A Metaponto giornata in difesa del patrimonio artistico

Scavi Metaponto

Consapevoli che la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale sono il frutto della conoscenza, domenica 3 novembre, archeologi (Ana), geologi (Cnr-Imaa), storici dell’arte e professionisti di altri ambiti scientifici (Liberascienza) in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata si sono attivati sul campo in difesa del patrimonio storico-archeologico di Metaponto.

L’incontro multidisciplinare, voluto ed organizzato dall’Associazione Nazionale Archeologi e dall’Associazione Liberascienza, volto, in particolare, alla comunitàocale e alle istituzioni, ha avuto il fine non solo di spiegare la storia millenaria dei luoghi colpiti dall’alluvione del 7 e 8 ottobre, ma anche di far comprendere le cause naturali ed antropiche che sono alla base dei disastrosi allagamenti di questi ultimi anni.

Luoghi nei quali, nella seconda metàel VII secolo a.C., coloni greci, provenienti dall’Acaia, hanno fondato la splendida cittài Metaponto e nei quali Pitagora e il suo allievo Ippaso, hanno elaborato il loro pensiero filosofico.

Volontà degli attuatori dell’incontro culturale, che ha registrato un importante flusso di partecipanti -circa cento visitatori- giunti dalla Basilicata, dalle regioni vicine, in particolare dalla Puglia, e di numerosi turisti provenienti dal nord dell’Europa, è quella di continuare a mantenere accesa l’attenzione su una realtàrcheologica di straordinaria importanza, idealmente custode del pensiero filosofico e scientifico occidentale, ma che paga oggi il duro prezzo di una mancata attenzione programmata e sistematica.

Risulta quanto mai urgente una radicale opera di divulgazione della cultura della prevenzione e della salvaguardia dei luoghi. Un patrimonio comunitario da custodire e tramandare, che deve  essere difeso sia dai rischi dovuti a fenomeni naturali, che dovremmo smettere di definire “eccezionali”, sia da quelli causati dalla superficialità dall’incuria dell’uomo. Non più quindi, “interventi in emergenza”, ma progettualità medio e lungo termine, con maggiori investimenti e impiego di risorse umane, volte rigorosamente alla prevenzione dei rischi e alla tutela consapevole.

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