Inchiesta Sanità: rinviato a giudizio Pittella insieme ad altre 21 persone

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E’ stato rinviato a giudizio l’ex governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella, nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Sanitopoli” della procura di Matera.

La decisione è stata presa martedì dal Giudice per le Indagini Preliminari Angelo Onorati.

Oltre a Pittella, sono stati rinviati a giudizio Pietro Quinto e Giovanni Chiarelli, all’epoca dei fatti commissari delle Asl di Matera e di Potenza, Giovanni Battista Bochicchio, Vito Montanaro, Maria Benedetto, Maddalena Berardi, Anna Rita Di Taranto, Davide Falasca, Vito D’Alessandro, Graziantonio Lascaro, Cristoforo Di Cuia, Maria Evangelista Taccardi, Gianvito Amendola, Angela Capuano, Gennaro Larotonda, Rosanna Daniela Grieco, Gaetano Appio, Carmela Lascaro, Roberto Lascaro, Roberta Fiorentino, Claudio Lascaro.

Il processo comincerà davanti al Tribunale di Matera il prossimo 22 aprile.

Due imputati invece hanno patteggiato (dieci mesi di reclusione ciascuno, con pena sospesa), altri due sono stati assolti e per altri otto il giudice ha deciso il non luogo a procedere.

L’inchiesta, denominata “Suggello”, portò alla luce un “avvilente quadro di totale condizionamento della sanità pubblica”, in particolare per concorsi truccati e nomine pilotate, in cui Pittella era in dominus.

Il 6 luglio 2018 l’ex governatore fu posto ai domiciliari e, nel gennaio 2019, lasciò la guida della Regione Basilicata. Furono eseguite 30 misure cautelari, fra le quali 22 arresti (due in carcere e 20 ai domiciliari).

Al termine del processo in abbreviato è stato assolto “perché il fatto non sussiste” Agostino Meale, professore ordinario di diritto amministrativo dell’Università di Bari. Tutti e tre furono arrestati, con concessione dei domiciliari, il 6 luglio 2018.

Per il professor Meale, che è stato assolto, difeso da Guglielmo Starace, la Procura di Matera aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per corruzione. L’accusa, ritenuta insussistente dal Gup, era di aver ottenuto incarichi di consulenza e assistenza legale dalla Asl lucana in cambio della disponibilità ad agevolare la carriera universitaria e professionale del figlio di Quinto, studente a Bari.

“Mi aspettavo la decisione assunta in sede di udienza preliminare e non attendevo un esito diverso – ha dichiarato Pittella dopo la decisione del Gup Onorati – Proprio alla luce del lungo periodo di domiciliari prima e di divieto di dimora poi di due anni fa, e per di più alla luce di una pronuncia della Cassazione, a me favorevole ma ignorata. Con il rinvio a giudizio si apre la fase processuale. Continuo a ritenere questa vicenda rocambolesca e profondamente ingiusta, ma sono pronto ad essere processato, forte della mia innocenza e capacità di attendere. Sono certo che la verità verrà ristabilita, in una dialettica di parità tra difesa ed accusa. Credo ancora, da cittadino, in una giustizia giusta.

 

 

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