Coronavirus: interrogazione di Italia Viva sulle scelte della Regione Basilicata nella gestione dell’emergenza e sull’ospedale da campo

Italia Viva

Il capogruppo di Italia Viva Luca Braia e il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese comunicano che è stata protocollata una interrogazione al Consiglio regionale in cui si chiedono delucidazioni in merito alle ultime scelte della Regione in termini di contrasto al contagio del Covid 19.

In particolare Braia e Polese chiedono che si faccia luce sulla reale destinazione, sulle finalità e su tutti i dettagli logistici e strategici dell’utilizzo delle strutture sanitarie donate dal Qatar e messe a disposizione della Basilicata da parte del Ministero della Salute.

Braia e Polese, quindi, pur apprezzando il dono, ribadiscono la propria perplessità sulla scelta e la ferma contrarietà alla realizzazione di una tenso-struttura mobile priva dell’adeguata tecnologia di terapia intensiva in Basilicata.

“Le nostre stesse perplessità nelle ultime ore – specificano i due esponenti di Italia Viva – sono state evidenziate anche da diversi esponenti importanti dei sindacati lucani. Segno che la situazione al netto delle legittime posizioni politiche di ciascuno preoccupa e allarma una parte rilevante della Basilicata. Ignorare queste voci sarebbe un errore gravissimo da parte di chi guida la nostra Regione”.

Braia e Polese che nell’interrogazione sollecitano la Giunta regionale a riconoscere nel frattempo dei benefit economici a tutto il personale sanitario che in prima linea sta affrontando l’emergenza ormai da settimane senza tregua, chiedono altresì di conoscere lo stato dell’arte della riconversione dell’ospedale di Venosa e di quello di Villa d’Agri per i quali non sono chiare nemmeno le risorse economiche spese per la stessa riconversione.

Altro aspetto che i due consiglieri chiedono di sapere è “come intende la Giunta regionale sopperire alla mancanza di organico per la gestione dell’ospedale di campo e se nel periodo che intercorre dal 1 Marzo ad oggi ci siano stati medici a cui è stato consentito il trasferimento ad altra sede extra regionale”.

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