A Tursi si parla di cinema e Basilicata

copertina di DIEGESI - VERDErid

Prima presentazione del saggio “La diegesi filmica Lucana e l’immagine cliché della Basilicata” (Edizioni Giuseppe Laterza, Bari, 2013, pagg. 250, euro 32), scritto da Salvatore e Leandro Domenico Verde, padre e figlio, giornalisti di Tursi ed esperti di cinema.

Il libro si avvale della prefazione di Paride Leporace, attuale direttore della Fondazione Lucana Film Commission, e della copertina disegnata dall’artista tursitano Vincenzo D’Acunzo.

Appuntamento proprio nella Città della Rabatana, sabato sera, alle ore 19, nella sala consiliare del municipio, consigliato l’ingresso da viale Sant’Anna. Oltre agli autori, al prefatore e all’editore Giuseppe Laterza, interverranno in rappresentanza delle istituzioni il sindaco di Tursi Giuseppe Labriola, il vice presidente della Provincia Angelo Garbellano e l’assessore della Regione Basilicata Nicola Benedetto, con il giornalista Franco Rina, presidente della Lucana Film Commission, e l’attore professionista Domenico Fortunato (il noto commissario della serie televisiva “Rex”), originario della provincia di Matera. Moderatore della serata il giornalista Filippo Mele.

Gli ospiti, assieme agli autorevoli addetti ai lavori, si confronteranno sull’assoluta particolarità editoriale dei Verde, che è scaturita da una attenta riflessione sull’immagine  della nostra regione veicolata dal cinema  dagli anni Cinquanta del Novecento ai giorni nostri, nel senso che appartiene ad autori non lucani e non include minimamente i film girati in Basilicata, in tutto o in piccola parte. Insomma, sono film “esterni”, del normale circuito, i cui autori (e sceneggiatori) sono diversissimi tra di loro.

L’emblematicità del titolo, tuttavia, lascia intendere in modo chiaro su quale versante si siano indirizzati i registi con il loro insistito riferimento, cioè attraverso i luoghi comuni, la citazione, il cliché appunto.

E questo è accaduto sia sul versante comico-grottesco sia sul versante drammatico, con ascendenze artistico-letterarie e scientifico-antropologiche, anche quando la fattura è pregevole e autoriale.

Che la Lucania sia (stata) considerata una regione piccola, lontana, povera e semisconosciuta, anche nel cinema è un dato acquisito, ma un ribaltamento del punto vista può venire proprio dalla Settima arte, luogo privilegiato dell’immaginario e della riconoscibilità finzionale, simbolica e metaforica.

 

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