A Policoro presentato il libro di Vincenzo Camerino

I sogni, le speranze e le delusioni dei movimenti studenteschi che più di quarant’anni fa cercarono di cambiare il mondo al centro del libro “Utopie del ’68”, scritto dal professor Vincenzo Camerino, docente dell’Università del Salento, insieme a Pasquale Martino e Silverio Tomeo.
Il volume è stato presentato a Policoro, nela biblioteca comunale “Massimo Rinaldi”, nel corso di un incontro organizzato dall’associazione “Presidio del Libro – Magna Grecia” del centro jonico.
A fare gli onori di casa la direttrice della biblioteca, Angela Delia, mentre la presentazione del testo è stata fatta da Antonio Quarta.
Ricca la platea che ha partecipato dall’evento, composta soprattutto di giovani desiderosi di conoscere meglio un periodo storico che ha dato una scossa alla società, indirizzandola verso le evoluzioni attuali.
Nel corso della sua introduzione, Quarta ha sottolineato non solo l’importanza del ’68 sul piano storico e politico, ma anche su quello letterario e cinematografico, con una fiorente produzione che ha saputo importi all’attenzione di tutto il mondo.
Elementi ben sottolineati nel volume di Camerino.
Il 1968, insieme al periodo storico che ha inaugurato, – ha commentato l’autore nel suo intervento – è stato un anno di rivolte non solo in Italia ma anche in Europa.
Questo moto perpetuo nasce dai ceti più semplici della società civile, quelli che “avevano fame” in un momento non di crisi economica ma di congiuntura favorevole.
Da lì nasce anche quello che poi negli anni ’70 diventerà il terrorismo: cambiamento con la forza.
Nemmeno gli stessi partiti tradizionali seppero interpretare politicamente quella voglia di cambiamento sociale che veniva richiesta a gran voce, nemmeno il partito Comunista, forte nella sua organizzazione interna ma poco incline a saper leggere l’evoluzione della società e delle sue relazioni.
Non ci sono stati grandi personaggi – ha aggiunto ancora Camerino – ma grandi movimenti collettivi che hanno trovato nel cinema il loro riferimento che anticipava la realtà dei tempi”.
Un libro ricco di ricordi personale e scatti fotografici, per raccontare ai più giovani i sogni e le utopie di una rivoluzione mancata.

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