“La zona 167 di Tursi a rischio criticità”

canale argine 167

“Le piogge sono in arrivo e proseguiranno, alternandosi a gravi eventi alluvionali, già vissuti. Anche il territorio del Comune di Tursi è stato interessato numerose volte da eventi calamitosi. Il crollo dell’argine nel fiume Agri, che ha minacciato alcune famiglie e migliaia di ettari di piantagioni, e la perenne chiusura della strada provinciale per Marone, a causa di una frana che ne impedisce la sicura percorrenza, sono due degli esempi più noti alle cronache. C’è però una criticità da molti sottovalutata, che rappresenta la principale causa di ansia per numerose famiglie e per l’intero abitato di Tursi: il crollo dell’argine murato del canale Pescogrosso nel rione Santi Quaranta”.

A denunciarlo, con un comunicato stampa, è Mario Cuccarese, Portavoce dell’Associazione MuoviAmo Tursi

«Il primo crollo risale all’alluvione di marzo 2011 – spiega ancora – Fu la Provincia a realizzare un pesante argine sostitutivo in cemento armato, dato che c’è una strada provinciale che costeggia il canale Pescogrosso. Il secondo crollo si è verificato durante l’inverno scorso, sempre nello stesso punto. Questa volta, il muro realizzato dalla Provincia, crollando, ha tirato con sé altri metri di argine, peggiorando la situazione. La causa di questi crolli è la forte erosione che il torrente esercita in quel punto, tanto da scoprire le fondamenta degli argini fino a farli crollare. Ma una considerevole responsabilità è da imputare a chi il muro lo realizza e a chi non effettua la manutenzione.

A poche decine di metri dall’argine crollato – prosegue Cuccarese – e dalla strada provinciale adiacente, la cui carreggiata è già stata ristretta per motivi di sicurezza, sono presenti alcuni palazzi a più piani, nei quali risiedono stabilmente decine di famiglie tursitane. Se il torrente dovesse gonfiarsi, come accade ogni anno, con le piogge alluvionali, la mancanza dell’argine in cemento favorirebbe l’erosione fino al punto da distruggere la strada provinciale e minacciare i palazzi, mettendo in pericolo cose e persone. Inoltre, la strada provinciale è l’unico accesso veloce e sicuro all’abitato di Tursi. Ci sarebbe un altro accesso, la vecchia strada, anch’essa provinciale, ma è pericolante in più punti e la Provincia ne ha vietato il transito per tutto l’inverso scorso, fino a maggio.  In questo probabile scenario, un evento alluvionale di media intensità taglierebbe ogni collegamento per Tursi, isolando un’intera comunità, con danni economici immani per lavoratori, commercianti, studenti e malati.

Il canale è demanio regionale. Risale al gennaio 2014 una richiesta di 660 mila euro da parte della Regione al governo nazionale per la messa in sicurezza di tutto il tratto cittadino del torrente Pescogrosso, ma ancora nulla si sa in merito. Non possiamo attendere che sia la natura a dettare i tempi delle macchine amministrative. L’amministrazione comunale non ha provveduto con celerità, impegno e diligenza a mettere in cima alla propria agenda la problematica, lasciando nell’angoscia più totale decine di famiglie. Chi risponderà dei danni all’economia tursitana se la strada provinciale verrà chiusa al traffico? Chi risponderà dei danni a cose e persone della zona residenziale 167, nell’eventualità il torrente straripasse? Chi sarà responsabile per il mancato tempestivo intervento a difesa dell’incolumità dei cittadini e dei loro patrimoni? Nonostante siano passati quasi 4 anni dal primo crollo, l’amministrazione comunale, diretta responsabile dei lavori e dell’incolumità dei cittadini, non ha mosso un dito per reperire fondi e realizzare i lavori. Servono 50 mila euro ben spesi per prevenire l’irreparabile. Deve prima ferirsi o morire qualcuno per poi intervenire? Le recentissime alluvioni di Genova e Parma – conclude Cuccarese – non hanno insegnato nulla ai nostri amministratori comunali? Chiederemo conto ai responsabili.»

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