Tribunali: Il sindaco di Pisticci lamenta il mancato invito al tavolo istituzionale romano

Il 26 giugno si è tenuto un incontro, promosso dal Presidente della Giunta Regionale Vito De Filippo, per affrontare la questione relativa alla soppressione di alcuni presidi giudiziari della Basilicata. 
All’incontro, presso la sede regionale di Roma, hanno partecipato, secondo quanto riportato da un giornale locale “rappresentanti istituzionali della Basilicata ad ogni livello (Regione, parlamentari, Upi, Anci e Ordini forensi) di ogni estrazione politica” e cioè: il senatore a vita Emilio Colombo, i senatori lucani Maria Antezza, Filippo Bubbico, Guido Viceconte, Carlo Chiurazzi, Egidio Di Giglio e Cosimo Latronico; il deputato Salvatore Margiotta; il presidente dell’Upi e della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza; i sindaci di Lagonegro, Domenico Mitidieri e di Melfi, Livio Valvano; i presidenti degli ordini forensi lucani. 
Al tavolo, organizzato dal Governatore Vito De Filippo, erano presenti anche i rappresentanti dell’Anci.
Scorrendo l’elenco dei partecipanti all’incontro, appare evidente l’assenza dell’Amministrazione Comunale di Pisticci. 
La ragione è una sola: nessuno di quella folta schiera di autorità si è preso cura di invitarla! 
Anzi, a domanda diretta del sindaco, Vito Di Trani, sulla composizione del tavolo e alla sua manifesta volontà di partecipare, in rappresentanza della sua comunità, gli è stato risposto, da un autorevole esponente politico del metapontino, che all’incontro non era prevista la presenza dei sindaci.
Eppure, nelle sue dichiarazioni, il sindaco di Pisticci, ha sempre sottolineato la necessità, data la particolare orografia della nostra regione, di conservare tutti i presidi al di fuori di ogni logica di mero campanilismo.
Tale assenza ha un peso considerevole in quanto Pisticci è sede della sezione distaccata (quella con i maggiori indici di produttività) del Tribunale di Matera. Pisticci è quel Comune che si è fatto carico di ingenti spese, negli ultimi anni, ammontanti a circa due milioni di euro per offrire una sede adeguata a quella sezione di tribunale che si vuole sopprimere.
Se il Governo dovesse persistere nel suo disegno di soppressioni indiscriminate, tali sforzi saranno vanificati. 
Altro che risparmio!
A Pisticci è stato costruito nel recente passato (ricorrendo a mutui), una moderna struttura carceraria mai avviata.
Pisticci, ancora, è sede della struttura ospedaliera, ad oggi, più penalizzata della Regione.
Pisticci è anche sede del presidio industriale della Valbasento, che tanto ha dato all’intera Basilicata, e dal quale ha ereditato un cimitero di stabilimenti e un sito di importanza nazionale da bonificare, bonifica mai avviata!
Alla luce di ciò, ci piacerebbe conoscere i motivi per i quali si è ritenuto opportuno non invitare al tavolo romano il sindaco di Pisticci mentre erano presenti, giustamente, i primi cittadini di Melfi e Lagonegro che, assieme al comune jonico, sono sedi di tribunali.
La politica lucana deve spiegare se Pisticci fa parte della Basilicata e quali misure intende adottare perché ciò emerga.
Devono spiegare quei politici eletti anche con il contributo dei pisticcesi perché, a fronte dei notevoli sacrifici, non è mai corrisposta la giusta attenzione, devono dire con chiarezza qual è il destino dell’ospedale di Tinchi, devono dire con chiarezza se Pisticci ha la stessa dignità di Lagonegro e di Melfi.
Se così non fosse, se Pisticci deve intendersi un’entità a se stante, orfana di una rappresentanza a livello regionale e nazionale, si sappia che il popolo pisticcese non è più disposto a tollerare mortificazioni e che saprà individuare le giuste forme di lotta per evitare la continua spoliazione dei servizi, delle sue risorse e per difendere la dignità di un intero territorio.
 L’ufficio del sindaco

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