“Sull’Itrec più sicurezza e trasparenza, meno tavoli degli incidenti”

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“Dopo quattro anni la regione Basilicata ha convocato il tavolo della trasparenza (quello di agosto 2013 scaturì dal  trasporto nucleare  americano top secret  scoperto  dai cittadini), tavolo che è convocato ogni circa 3 mesi nelle altre regioni nuclearizzate”.

A ricordarlo in una nota è il portavoce dell’associazione No Scorie Trisaia, Felice Santarcangelo.

“Riteniamo che il decommissioning del materiale nucleare dell’Itrec sia estremamente delicato e che abbia  bisogno della massima sicurezza verso l’ambiente, la tutela della salute delle popolazioni e delle economie locali. Stesso discorso vale per la trasparenza nei confronti dei cittadini da parte delle istituzioni e dell’esercente Sogin.

Non possiamo avere informazioni e rassicurazioni solo in caso di incidenti, mentre si alimentano con il comportamento delle istituzioni dubbi e perplessità .

Finalmente i comuni limitrofi  al centro Itrec si sono dotati di un tecnico di fiducia che possa seguire il decommissioning nucleare dell’impianto Itrec . Questo però non basta, i comuni devono divulgare il piano nucleare di emergenza esterno redatto dalle prefetture alle popolazioni  e convocare propri tavoli intercomunali di trasparenza con i cittadini, Sogin e le istituzioni.

Tavoli intercomunali  dove le operazioni sulla sicurezza del decommisioning  possano essere seguite passo-passo  anche dai cittadini .

In merito ricordiamo che la Sogin è obbligata a fare un piano di comunicazione sul decommissionig dell’Itrec e a divulgarlo alle popolazioni (vedi V.I.A  ministeriale impianto Icfp ).

Ringraziamo Ispra per aver pubblicato i criteri per la realizzazione  del deposito nazionale che sono alquanto chiari: i siti nucleari non possono essere dislocati sotto i bacini idrici, vicino all’acqua e/o vicino a zone dove vi è attività di estrazione, ricerca e/o sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Vedi acqua, gas o petrolio.

I criteri confermano quanto affermato da Noscorie Trisaia dal lontano 2006 agli stessi tavoli della trasparenza regionali: che il sito della Trisaia non può stare lì dov’è per la presenza di acqua e perché si trova sotto il più grande bacino idrico in terra battuta d’Europa. Né tantomeno la regione Basilicata può avviare come nel caso di pozzo Morano in Policoro attività estrattive di gas vicino i centri nucleari, cosi come già contestato agli uffici  del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata   e ribadito nei precedenti tavoli tavoli della trasparenza dal lontano 2008 dalle associazioni di Policoro.

L’assessore all’ambiente  della Regione Basilicata per un raggio di almeno 20 km se non oltre dall’Itrec deve inibire qualsiasi attività estrattiva e/o di ricerca petrolifera  che potrebbe generare subsidenza, micro sismicità,scoppi  o altre situazioni di pericolo. Considerato il fatto  che il centro Itrec  si trova su faglie sismiche, su   una falda idrica unica per tutto il metapontino, vicino aree abitate, vicino al fiume Sinni,al mare Jonio ed  in un’area ad elevato  rischio idrogeologico”.

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