“Ancora silenzio sul futuro di Tinchi”

Fontana tinchi

Torna a parlare il comitato in difesa dell’ospedale di Tinchi.

E chiede nuovi chiarimenti sul centro di riabilitazione che avrebbe dovuto essere realizzato nel nosocomio pisticcese e che invece sembra essere destinato ad altra zona della Basilicata.

“Quand’era Presidente della Regione Filippo Bubbico – scrive il comitato –  dichiarò in una seduta di Consiglio Comunale a Pisticci: “Tinchi sarà il Polo di riferimento Regionale per la Riabilitazione”.

Parole ufficiali pronunciate da un Presidente di Regione, in un luogo istituzionale.

Era quindi, “nero su bianco”.

Un annuncio più che una promessa, un impegno concreto.

Del resto avevano pure speso soldi nostri per realizzare la piscina idroterapeutica.

E i pisticcesi ci hanno creduto e si sono fidati, come sempre.

Infatti la Riabilitazione la fecero a Tricarico affidandola alla “Don Gnocchi”.

Poi sono venuti gli anni di altre promesse, firmate e sottoscritte dalla classe politica regionale.

In particolare del Pd.

Anzi sono venute delibere, atti ufficiali che delineavano percorsi sanitari precisi di cui non c’è traccia.

Tinchi deve sparire.

E Policoro deve soffrire, caos e inefficienza.

Nonostante la bravura degli operatori che non è sufficiente davanti alla ciucciagine dei direttori.

Un mega ospedale nel Lagonegrese, Utic e rianimazione a Melfi e tanti investimenti nel potentino. Ora un altro Centro Riabilitativo a Pescopagano.

A Tinchi tagliano pure l’acqua della fontana.

Su Tinchi scandaloso silenzio della Direzione Generale che non fa trapelare nulla sulla relazione dei tecnici dell’Università di Basilicata.

Il Direttore Generale non sente il dovere di far sapere ai cittadini dell’esito del bando che richiedeva la “manifestazione di interesse” da parte dei privati a gestire posti letto per la riabilitazione cardio-polmonare.

Dei cittadini non se ne fottono nulla.

Non contano nulla.

Per loro conta solo il potere politico.

Arroganza, presunzione, prepotenza, violenza.

Non sanno che a tutto c’è un limite”.

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