“Quale futuro per le ferrovie lucane?”

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“La recente polemica Renzi-Verri sulla ferrovia di Matera, per la fallacia del suo contenuto, ferisce al cuore non solo i materani, che pure a Verri hanno dato tanto, ma tutti i lucani che ancora una volta vengono trattati come polli da allevamento. Il dibattito sulle ferrovie si sta svolgendo non in maniera costruttiva e partecipata, ma in forma di polemica sterile, fallace e al ribasso. Ha tutte le caratteristiche di un dibattito aperto su un binario morto e sembra avvallare nient’altro che decisioni già prese e sostanzialmente condivise dagli attori del confronto. Dove ci aspettiamo che possa condurre, infatti, un confronto politico sugli interessi strategici della Basilicata se viene condotto solamente da portatori di interessi particolari e con dei vertici politici regionali che non hanno mostrato fino ad ora intenzione di ascoltare tutti gli altri interlocutori (i pendolari, le piccole economie turistiche, produttive e commerciali, i tanti emigrati lucani, i giovani)? Senza la volontà politica di prestare ascolto ai bisogni reali dei lucani e dunque senza l’intenzione di fare sintesi fra questi e una concezione strategica dei trasporti ogni discussione sulle reali opportunità che una rete ferroviaria efficiente può portare alla Basilicata è destinata ad essere monopolizzata da interessi alieni dal bene comune e diretti verso un binario morto”.

A scriverlo, in un comunicato stampa, sono Ivano Farina, dell’associazione policorese Karakteria, e Davide Mecca di Ciufer.

“Che credibilità può avere un presidente del consiglio che, mentre un mese fa a Matera – prosegue ancora la nota – furbescamente evitava ogni accenno ad una ferrovia e un mese dopo al Nord, in Liguria, al convegno dei giovani di Confindustria, per esigenze che appaiono prettamente propagandistiche, per indossare di nuovo la maschera del rottamatore, parla della ferrovia a Matera, puntando l’annunciato “lanciafiamme” tra l’altro sull’incapacità politica di una giunta (quella lucana) che più renziana di così non si può?

Quale garanzia a difesa degli interessi lucani può attestare Paolo Verri, pur nella sua indiscutibile autorevolezza culturale, se quando cita le FAL come soluzione ai problemi di collegamento della città dei Sassi, parla da manager della promozione della Regione Puglia? Non è un mistero per nessuno che la soluzione delle FAL (così proposta) è una non soluzione, che sbilancia non solo Matera, ma l’intera mobilità lucana (e con essa l’economia, il progresso sociale, i trasporti commerciali, la centralità geografica) a favore di Bari, isolando ancora di più la Basilicata. Come l’intento stesso (espresso sia da Pittella che da Renzi) di potenziare la Matera-Bari rispondono a questa logica. E poi per quale arcano motivo il dibattito e le decisioni sulle infrastrutture lucane devono essere guidate da una logica così corta e così a breve termine come la data fissata al 2019? Per agevolare i flussi turistici verso Matera? E si pensa di agevolarli facendoli passare per Bari, invece che dal metapontino, dal potentino, dove invece esistono già linee ferroviarie di eccellenza che si stanno lasciando deperire, a causa delle scelte strategiche del governo che ha spostato tutti i finanziamenti su rotaie al centro nord (con la cosiddetta “cura del ferro” e lo Sblocca Italia) e a causa del disinteresse delle nostre istituzioni regionali e locali? E dopo il 2019, magari con la riforma costituzionale varata e in agenda le macro -regioni che cancellerebbero la Basilicata cosa ci resterà in mano? Una Matera, bella periferia di Bari e l’intera Basilicata periferia ambientale e petrolifera di diverse altre regioni? No, se la meta di Verri è Matera 2019, per Matera e per tutta la Basilicata il 2019 deve rappresentare un anno di partenza, non di arrivo.

Per questo il dibattito deve essere esteso alla salvaguardia e allo sviluppo dell’intera linea ferroviaria lucana, che è una linea di eccellenza e già bella e pronta, solamente da potenziare con investimenti sui treni (la Regione può tanto), con interventi di miglioramento e costi decisamente minori e maggior interesse per tutti (con l’efficentamento della rete Jonica, l’ultimazione della Ferrandina – Matera, il miglioramento delle stazioni e delle ferrovie del potentino, l’istituzione di treni turistici). Lo Sblocca Italia prima e la “Cura del ferro” del ministero dei trasporti ci hanno danneggiato abbastanza (troppo sproporzionati a favore del nord Italia, vanno corretti in direzione del Sud) e il solo pensiero che qui in Basilicata si possa decidere (e decidere tra l’altro in maniera così sbagliata), senza aver ascoltato i bisogni reali dei lucani e di chi di treni e stazioni, di trasporti e mobilità vive è aberrante dal punto di vista democratico e suicida dal punto di vista strategico e politico.

Sabato 11 giugno a Potenza, un nutrito numero di associazioni e singoli cittadini, ha illustrato per bocca del prof. Domenico Gattuso ( docente di ingegneria dei trasporti fra i massimi esperti nazionali di ferrovie e treni) il risultato di studi e proposte: lo stato dei fatti, i numeri, i costi e soprattutto la possibilità di rinascita delle ferrovie lucane. All’incontro erano stati invitati i vertici regionali che hanno declinato l’invito, ma il senatore Latronico si è impegnato a trasferire lo stesso convegno al Senato a Roma alla presenza di tutti i deputati meridionali (siamo certi di coinvolgere anche l’on. Liuzzi assente giustificata al convegno) e numerosi altri deputati lucani nella condivisione di un’iniziativa di ottica meridionalista, che vuole essere condivisa fra diverse forze politiche e presentarsi scevra da polemiche partitiche.

In più le associazioni, i movimenti e i cittadini sensibili al tema si riuniranno a breve in una pubblica assemblea che si terrà simbolicamente presso la stazione di Ferrandina e avrà per oggetto la condivisione di una proposta unitaria da presentare alla Regione. Proposta che speriamo di condividere con sindacati, associazioni di categoria, piccoli imprenditori, lavoratori, con tutte le forze politiche e tutti quei lucani che comprendono la delicatezza di questo periodo storico e l’importanza strategica che le ferrovie hanno per il progresso di tutta la nostra regione.

Chiediamo un incontro urgente col presidente Pittella per illustrare le nostre ragioni e capire le sue intenzioni”.

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