Presentato a Policoro il progetto “L’ultima foresta incantata”

convegno foresta incantata

Permettere all’ultima foresta planiziale del Mediterraneo di tornare al suo antico splendore.

È questo l’obiettivo primario del progetto “L’ultima foresta incantata”, presentato sabato mattina nell’oasi Wwf Bosco Pantano di Policoro.

Nove realtà del territorio lucano, tra cui Wwf, Legambiente, Università di Basilicata, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Provincia di Matera, sotto l’egida della Regione Basilicata, sono al lavoro per attuare una serie di azioni di studio, censimento e monitoraggio dell’ultimo lembo del bosco Pantano rimasto per cercare di ripristinarne le condizioni originali di area permanentemente impaludata e favorire una rinaturalizzazione con l’inserimento di specie autoctone e a rischio estinzione, come ha spiegato ai nostri microfoni Tonino Colucci, responsabile dell’Oasi Wwf di Policoro.

Riportare il bosco al suo antico splendore, superando gli interventi idraulici realizzati a partire dagli anni Cinquanta, come ha sottolineato il professor Francesco Ripullone, docente dell’Università di Basilicata e responsabile scientifico del progetto.

Fondamentale la partnership tra diverse associazioni del territorio, come spiegato da Maurizio Rosito, referente Legambiente Montalbano.

Nel corso del convegno sono state illustrate le caratteristiche del progetto ma anche la variegata ricchezza floreale e faunistica del bosco Pantano; grazie a fototrappole si è potuta osservare la presenza di caprioli, di una coppia di lupi e di una famiglia di lontre, animale presente solo in pochissime aree italiane.

Un patrimonio naturalistico unico che ben si sposa con le strategia turistiche lucane che quest’anno puntano sulle vacanze “en plen air”, come ha spiegato il direttore dell’Apt Basilicata Antonio Nicoletti.

Nel pomeriggio le attività dedicata alla foresta incantata sono continuate, con una serie di escursioni, a piedi e in bici, nei sentieri del bosco Pantano e della duna. Volontari di Legambiente e del Wwf , come la giovane Rosa, hanno accompagnato gli ospiti nel centro recupero tartarughe marine e negli habitat dell’area, offrendo spiegazioni puntuali ed esaustive sulle caratteristiche della flora e della fauna, sottolineando allo stesso tempo la necessità di tutelare e salvaguardare un patrimonio naturalistico così prezioso ma altrettanto fragile.

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