Rinuncia Geogastock: il commento dell’amministrazione di Pisticci

Valbasento

“La rinuncia della Società Geogastock S.p.A.  all’istanza di concessione “Serra Pizzuta Stoccaggio”, presentata al Ministero dello Sviluppo Economico il 17 luglio scorso, altri non è che l’ufficializzazione di ciò che era noto da tempo.

“Ricordiamo – si legge in una nota dell’Amministrazione comunale –  che Geogastock presentò due istanze di concessione per stoccare gas nel sottosuolo utilizzando pozzi esausti in località Cugno Le Macine (Ferrandina e Salandra) e Serra Pizzuta (Pisticci).  Il Ministero dell’ambiente espresse pronuncia di compatibilità ambientale (Decreto VIA n. 97 del 9/2/2009) e, successivamente, il Ministro per lo Sviluppo Economico ha approvato il progetto definitivo.

Intorno alla vicenda si è sviluppato un dibattito considerevole sulla stampa regionale, alimentato da diverse associazioni ambientaliste, sulle ricadute legate alla realizzazione al pompaggio di gas nel sottosuolo.

È un fatto che la concessione a Serra Pizzuta, ricadente sul territorio di Pisticci, fu stralciata in sede di Conferenza di Servizio nel novembre del 2011 in conseguenza della posizione assunta dal Consiglio Comunale di Pisticci che, con delibera con n. 47 del 2 novembre 2011, poneva condizioni precise in relazione a sistemi di controllo a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, oltre a congrue forme di ristoro per i cittadini dell’intera Val Basento.

La notizia della rinuncia della società, quindi, non ci coglie di sorpresa proprio perché, al di la delle motivazioni addotte dalla Società Geogastock (scarsa redditività dell’investimento), è da ascrivere alle posizioni assunte dal Comune di Pisticci scaturite dalla citata delibera consiliare.

È evidente, peraltro,  – conclude la nota – che l’avvio dei lavori relativi alla concessione Cugno Le Macine, non mette al riparo la popolazione pisticcese, al pari i quella dell’intera area, da eventuali ricadute negative legate all’attività di immagazzinamento di gas nei pozzi esausti. Per questa ragione non troviamo motivi di esultanza, riteniamo, anzi, dover alzare il livello di attenzione per la salvaguardia della salute e del territorio che rimane il principale criterio di valutazione di ogni attività industriale esistente o in via di realizzazione.”

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