Il Coordinamento Presidio Pisticci incontra il prefetto di Matera

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Nel corso della mattinata di lunedì una delegazione del Coordinamento di Associazioni e Cittadini in Presidio a Pisticci è stata ricevuta dal prefetto di Matera, Luigi Pizzi.

L’incontro, in un clima di confronto sereno e cordiale, è stato utile a rappresentare correttamente le istanze del movimento ed il senso delle sue iniziative.

In particolare, è stata ribadito che un’azione civica finalizzata a chiedere maggiori tutele per l’ambiente e la salute non può essere considerata come una minaccia al diritto al lavoro, in grado addirittura di far chiudere l’intera Valbasento. Se di fronte alla richiesta responsabile della società civile si risponde con l’inasprimento dei toni, il dubbio è poi quello che l’area industriale si regga sull’insostenibilità ambientale. Occorre invece procedere, attraverso un iter responsabile, alla rimozione dei dubbi e delle perplessità su alcuni delicati aspetti di specifici procedimenti produttivi.

La sicurezza delle attività più suscettibili di avere un impatto ambientale considerevole, com’è il trattamento dei reflui petroliferi e non, si persegue soltanto attraverso un iter rigoroso, in grado di dare al territorio adeguate garanzie di sicurezza oltre ogni ragionevole dubbio.

Il Coordinamento ha voluto consegnare al prefetto la documentazione prodotta finora, anche per sottolineare la distanza da qualunque forma di esasperazione dei toni. E’ senz’altro da recepire l’invito dell’autorità prefettizia a ricercare punti di convergenza, per evitare una dannosa “guerra fra poveri” che non giova a nessuno.

Per rimuovere qualunque rischio connesso alla contrapposizione sociale che qualcuno fomenta, occorre, tuttavia, che tutti gli attori in gioco facciano la loro parte, assumendosi fino in fondo le rispettive responsabilità. La questione ambientale in Valbasento non è una invenzione di qualcuno, ma un dato di fatto sul quale iniziare a dare finalmente delle risposte serie, che abbiano autentica priorità sulle dinamiche del profitto e che riportino l’area industriale all’interno dei confini della sostenibilità. Una operazione che può riuscire solo dando attuazione alle bonifiche del SIN Valbasento ed innescando un processo di superamento delle attività più impattanti in un territorio che vuole guardare ad altre prospettive di futuro.

Lo scopo dovrà essere non la mera tutela degli attuali livelli occupazionali, ma l’attuazione di politiche in grado di implementarli. L’obiettivo finale, è stato ribadito, riguarda le prospettive di rilancio dell’area, che ha bisogno di progetti convincenti, moderni e puliti. In questa visione di futuro, che salvi e garantisca anche altri settori di sviluppo come turismo, agricoltura e cultura, il business dei reflui va superato in nome di una nuova vocazione da saper ricostruire responsabilmente ed insieme, dando voce a tutte le istanze in gioco.

Solo chi saprà essere portatore di una specifica vision di futuro per questa porzione di Basilicata può risolvere la questione Valbasento. In questo dibattito, la società civile, responsabilmente organizzata per vivere meglio in quella terra sulla quale ha coraggiosamente deciso di continuare a scommettere, dovrà avere un ruolo più ampio.

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