“Forti dubbi e perplessità sulla tappa di Policoro del Jova Beach Party”

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Attraverso un comunicato stampa congiunto le associazioni ambientaliste Mediterraneo No Triv, Cova Contro, No Scorie Trisaia, Medici per l’ambiente e Mamme libere, esprimono “forti dubbi e perplessità” in merito alla tappa policorese del Jova Beach Party, in programma sulla spiaggia di Torre Mozza il prossimo 13 agosto.

“L’evento musicale – si legge nella nota – si svolgerà nel sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080 denominato “Costa Ionica Foce Agri”, individuato ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE “Habitat” .

Poiché l’evento avrà impatti su un’area protetta e Sito di Interesse Comunitario (SIC) doveva essere sottoposto non a Valutazione d’incidenza ma, piuttosto, alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs 152/2006 poiché si tratta di intervento che ricade all’interno di aree naturali protette come definite dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394.

E’ sicuramente discutibile aver scelto un luogo naturale e per di più protetto per svolgere un concerto musicale di tali dimensioni.

In effetti, i luoghi saranno oggetto di lavori di livellamento con posizionamento di impianti e transenne in grado di porre in serio pericolo l’habitat.

La zona, per stessa ammissione dell’estensore della relazione sulla Valutazione di Incidenza, è particolarmente delicata e la presenza delle dune potrebbe essere danneggiata in maniera irreversibile anche con il semplice calpestio di un flusso notevole di persone stimato intorno a 30.000 persone, calpestio che può accelerare il fenomeno dell’erosione della costa.

La duna costiera rappresenta una fascia di terra e un habitat di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico con habitat aloigrofili ben rappresentati,

Eppure la Direttiva habitat impegna, in attuazione del principio di prevenzione “… gli Stati membri ad adottare tutte le opportune misure per evitare, nelle zone speciali di conservazione il degrado non ché la perturbazione”.

Le associazioni esprimono forti dubbi anche in merito al pericolo di modifica dei luoghi con sbancamenti, livellamenti, movimento terra, tutti lavori che possono distruggere le specie protette e la flora presente in queste zone considerate di particolare interesse scientifico e conservazionistico con particolare riferimento alla flora vascolare.

In effetti, nella relazione se da una parte si evidenziano tali incredibili peculiarità del luogo, tanto da affermare che la flora vascolare è quella che detiene la maggiore importanza nella caratterizzazione del paesaggio dei SIC IT9220080 Costa ionica Foce Agri anche perché si afferma che molte delle specie presenti sono esclusive di questi ambienti tanto da avere grande interesse scientifico. Eppure, dall’altra nonostante tutto, lo studio si conclude con ampie rassicurazioni e con la dichiarazione che l’evento, adottando le misure di mitigazione/soluzioni alternative indicate da chi ha elaborato la relazione, non causa incidenze significative su habitat, specie e/o habitat di specie di interesse comunitario.

Un altro aspetto che preoccupa è l’inquinamento acustico con un “livello di pressione compreso tra 80 e 70 dB(A)Leq 15minuti, nelle fasce di più limitrofe al perimetro dell’area attrezzata per lo spettacolo” mentre lo scenario della Basse frequenze sarà con “un livello di pressione esterno all’area attrezzata compreso tra 95 e 90 dBLeq 15 minuti, nelle fasce perimetrali all’allestimento e in genere tutta l’area sarà esposta con valori oscillanti tra 90 e 80 dBLeq 15 minu “( cit. pag 28 della relazione sulla Valutazione di incidenza).

Ma le emissioni acustiche si avranno anche durante la fase di cantiere, che potranno avvenire per le fasi di “allestimento dell’area”, “produzione e villaggio” e “disallestimento” anche di notte.

Eppure le specie protette presenti nell’area di influenza del presente intervento progettuale sono (ai sensi delle direttive 79/409/CEE, 85/411/CEE, 91/244/CEE, ed ai sensi della Legge 11/02/92 n. 157) tutte le specie di cicogna (Ciconiidae), la spatola (Platalea leucorodia), la volpoca (Tadorna tadorna), la  gru (Grus grus), il  cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), il  gabbiano corallino (Larus melanocephalus)

E’ facile immaginare che tali specie protette subiranno gli effetti nefasti sia dell’inquinamento acustico e dell’inquinamento luminoso che l’evento “Jova Beach Party” del 13 agosto provocherà a Policoro e non solo.

L’ inquinamento acustico andrà ad impattare non solamente l’avifauna acquatica del Parcoornitologico di Marinagri, ma anche tutta quella residenziale e migratoria ospitata nella prospiciente pineta anch’essa area SIC. La pineta confinante è parte integrante della riserva Foce Agri Sic e rappresenta per gli abitanti di Policoro e per la fauna che custodisce, un santuario imperturbabile che sarà violentato per giorni non solo dall’inquinamento acustico ma anche dalle migliaia di persone che attraverseranno la spiaggia e la pineta per raggiungere il luogo del concerto.

Le associazioni ambientaliste hanno anche chiesto di scongiurare, durante lo spettacolo di Jovanotti, la sperimentazione della tecnologia 5G.

In effetti, numerosi studi scientifici indipendenti ne acclarano la pericolosità e i tanti spettatori presenti non devono certo essere usati come cavie per sperimentarne le potenzialità ma, piuttosto, la loro salute va preservata e protetta in ogni modo.

Inoltre, è lecito anche domandarsi l’impatto che questo evento avrà non solo sull’ambiente ma anche sul bilancio economico del Comune di Policoro se si considera l’enorme quantità di rifiuti prodotte da oltre 30.000 persone in spiaggia e che dovranno essere raccolti e smaltiti.

E chi paga per tutto ciò?

A pagare, di certo, in termini economici e ambientali, sarà l’intera comunità di Policoro per il potenziale danno che l’evento provocherà all’habitat, alle numerose specie protette e alle dune, ma che comporterà anche un impegno di uomini, di mezzi e di somme di denaro che saranno a carico della collettività.

Le associazioni ambientaliste si chiedono anche se le istituzioni hanno tenuto in debita considerazione anche il fatto che per arrivare a Torre Mozza si deve attraversare la zona interessata dal canale C7.

Purtroppo il restringimento del canale C7 ha provocato, quale effetto diretto, il ridotto deflusso dell’acqua nella misura dell’80% della sua portata naturale, situazione che ha indotto il Comune di Policoro a dichiarare la zona a rischio idrogeologico.

Non si comprende come sia stato possibile ignorare la delibera di Giunta del 6.09.2017 con cui si acclara “della presenza di un tombino circolare del DN 2000 posto in corrispondenza dell’attraversamento di Via San Giusto che costituisce un ulteriore e significativo ostacolo ai deflussi di piena in quanto, parzializzando sensibilmente la sezione idrica disponibile, riduce la capacità di smaltimento del canale a circa 1/3 di quella potenziale in assenza della stessa causando esondazioni distribuite lungo il Canale 7 anche con tempi di ritorno dell’ordine di qualche anno; tale situazione, se da un lato, nell’immediato, non consente di raggiungere pienamente gli obiettivi fissati nel Regolamento Urbanistico, dall’altro pregiudica i livelli di sicurezza per le persone e per i beni esistenti, esponendoli frequentemente ed in maniera significativa al rischio idraulico, come si è avuto modo di osservare direttamente durante le recenti inondazioni del 2011 e del 2013”.

Quindi le criticità sono molteplici tra mancato rispetto di un habitat che andava preservato per le future generazioni e soprattutto per i tanti giovani che parteciperanno al concerto di Jovanotti.

Sembra, infatti, che la tutela dell’ambiente sia un prodotto di marketing particolarmente lucroso, ma gli ambientalisti radical chic possono provocare molti danni anche quando veicolano un messaggio fuorviante ossia che la natura debba cedere il passo al guadagno e non il contrario.

In effetti, il Jova Beach Party promette di sensibilizzare i giovani alla questione ambientale, con particolare riferimento al Plastic free, nonostante le attività di somministrazione interne all’evento distribuiscano bevande in bottiglie di plastica, in realtà lo fa mentre utilizza un Sito di Interesse Comunitario ed esponendolo a un fortissimo impatto negativo.

Ad ogni modo le associazioni invieranno un documento formale a tutte le istituzioni per evidenziare tutti i possibili rischi nonostante il silenzio assordante di associazioni locali che pur avendo una struttura organizzativa molto strutturata sul territorio, preferiscono tacere.

Si spera che possa prevalere il buon senso, il senso civico e il rispetto della legge in materia ambientale, tutti elementi che le nostre Istituzioni dovrebbero utilizzare quando si tratta di prendere decisioni difficili a tutela del nostro territorio.

La natura va rispettata e non calpestata”.

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