Ad Argojazz le note del pianista Mastrini

maurizio mastrini

La creatività al pianoforte.

Si può condensare così il concerto che il pianista Maurizio Mastrini terrà domenica 18 agosto, alle ore 22, al Porto degli Argonauti di Marina di Pisticci nell’ambito della rassegna Argojazz. Mastrini, uno dei musicisti più acclamati della sua generazione, considerato raffinato “anello di congiunzione” tra musica classica a musica classica contemporanea suonerà al Porto degli Argonauti.

La sua tecnica è ammirevole: dai passaggi morbidi, delicati alle melodie e armonie forti e magistrali.

La padronanza di Maurizio sul piano cattura subito. Elfo di una dimensione poliartistica, creatura estroversa, rasta e treccine, Mastrini accarezza a piedi nudi i pedali della sua musica “al contrario”.

Un vero e proprio Maestro fuori dalle regole Dopo l’incredibile e fortunato successo dei suoi primi dischi, Il Mio Mondo al contrario, Il Profumo della Musica e Contrario, in cui il maestro Mastrini suonava composizioni classiche ed originali partendo dall’ultima nota verso la prima, il suo ultimo album Fly è un disco intenso, appassionato, per certi versi inquieto, ma allo stesso tempo delicato e profondo, in cui le emozioni ed il personale sentire dell’autore sono messi a nudo e proposti al pubblico senza censure.

Mirabile il riadattamento di “Children”, celeberrimo brano composto da Robert Miles, che gli valse uno straordinario successo nel 1996 e che Mastrini ribattezza “Children’s love”, in quanto frutto della contaminazione col brano “Love”, rivisto ed ampiamente arricchito nella parte pianistica.

Un superstizioso scongiurare la cattiva sorte che nell’immaginario collettivo accompagna il numero tredici (come i pezzi in totale dell’album, come l’anno di pubblicazione) è rappresentato dal brano “Tiè”, suonato solo con pollice, indice e mignolo delle mani (a formare le corna).

Maurizio Mastrini  è uno dei maggiori pianisti e compositori incontaminati del panorama musicale e strumentale internazionale.

La sua vita creativa musicale si esprime nel suo eremo in Umbria, lontano dal vortice della vita quotidiana.

Ciò lo rende incontaminato nelle sue creazioni e carico di emozioni che trasmette con le sue composizioni.

E’ stato definito cuore selvaggio per questo suo modo di essere e vivere un po solitario ma con un cuore che quando lo senti suonare esprime emozioni a tutto tondo.

Molte composizioni sono minimaliste, altre hanno una concezione matematica, alcune fatte di pochissime note anche poche note possono far emozionare e far piangere una persona sostiene il maestro, altre invece presentano una tale abbondanza di suoni da far pensare a un’orchestra.

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