Caso Policoro: Lopatriello torna a lavorare

Agli arresti domiciliari, ma con la possibilità di andare a lavorare. 
E’ quanto sta accadendo al sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, arrestato insieme ad altre 12 persone lo scorso 13 gennaio su presunte tangenti a seguito di alcuni appalti sugli impianti di illuminazione pubblica, la cui posizione, a seguito di istanza da parte dei suoi avvocati difensori, è stata attenuata dal gip, che gli ha concesso di andare a lavorare. 
Il primo cittadino di Policoro, dunque, è ancora ai domiciliari, ma potrà andare a lavorare presso il suo studio di consulenza fiscale e tributaria, dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore 19,30, e ricevere i suoi clienti, con le dovute accortezze, lavorando presso il suo studio.
Il giudice per le indagini preliminari, Roberto Scillitani, ha concesso questa attenuante in quanto il lavoro di dottore commercialista è l’unica fonte di reddito per il nucleo familiare composto, oltre che da Lopatriello, anche da moglie e 3 figli. Orari di “libertà” che vengono sommati all’ora concessa al primo cittadino durante la mattina per motivi di salute.
A questo si aggiunge che i reati contestati al primo cittadino di Policoro, da corruzione e concussione, sono stati circoscritti solo alla corruzione. Ricordiamo che i provvedimenti cautelari erano stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Matera, che effettuò, lo scorso 13 gennaio, perquisizioni nell’Ufficio tecnico del Comune, nelle abitazioni e negli uffici degli indagati e nelle sedi di alcune società.
Intanto il Tribunale del Riesame di Potenza ha depositato le motivazioni con le quali rigettò, lo scorso tre febbraio, la richiesta di istanza di scarcerazione di 11 dei 13 indagati.

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