Valbasento: “Per coniugare ambiente e sviluppo servono verità e bonifica del sito”


Negli ultimi tempi il dibattito sulla Valbasento è divenuto di pressante attualità. Purtroppo, a dargli il via sono accadimenti incresciosi. In questo caso si tratta dei miasmi nauseabondi che circolano nella zona industriale”. Adaffermarlo è GiuseppeCamardo,segretario regionale della Cisl Basilicata. Per la Cisl e per il sindacato in genere – ha spiegato l’esponente sindacale – la sicurezza nei luoghi di lavoro è da tempo al centro del nostro dibattito, tanto che alcuni anni fa su questo tema abbiamo celebrato la festa del Primo maggio. Quando si parla di sicurezza, oltre agli infortuni, che sono tantissimi, parliamo di ambiente di lavoro e di conseguenza delle malattie. Non a caso, da un sondaggio effettuato tra i lavoratori, è emerso che tra le priorità in assoluto vi sono per prima cosa il mantenimento del posto di lavoro e immediatamente dopo le questioni legate alla sicurezza. Le due cose sono in stretta correlazione formando un binomio inscindibile. Materia questa, importantissima anche per la collettività in quanto il costo annuale è di circa 30 milioni di euro. L’equivalente di una manovra finanziaria. Con questa premessa ha continuato Camardo – cisembra importante entrare nel merito delle questioni. Mi preme sottolineare che chi era preposto a fornire delle risposte, continua a tacere, parlo di Tecnoparco il cui presidente era stato tra i primi a denunciare che in Valbasento c’erano dei “veleni” e quindi sorgeva la necessità di effettuare la bonifica integrale del sito dando dimostrazione di sensibilità e particolare attenzione verso questa problematica. Inoltre, prendiamo atto che la stessa Valbasento, soltanto da poco, è stata riconosciuta dal governo nazionale quale zona da bonificare. Parlare di reindustrializzazione della Valle nel corso degli ultimi vent’anni, significa aver assistito a tante occasioni perdute e pertanto non si spiega che nonostante i soldi a disposizione, siano venute a mancare le imprese. Segno evidente che l’azione primaria, e lo ripetiamo da tempo, dev’essere quella di bonificare la Valbasento. Nel frattempo, nel corso degli anni, come sindacato, prendendo atto delle numerose morti degli ex operai, abbiamo intrapreso delle battaglie per il riconoscimento di alcuni diritti. Qualcosa l’abbiamo ottenuta, ma è sicuramente ancora poco. Ebbene, con questa logica con cui ci stiamo muovendo a tutti i livelli ed in tutto il territorio, non ci possiamo permettere di trasformare una vicenda di vitale importanza in una lotta politica, ma questa deve essere assolutamente ricondotta in una logica di civiltà in cui il sistema industriale deve essere compatibile con l’ambiente. Pur apprezzando l’iniziativa ultima della Regione nel cercare di fare chiarezza su quello che sta succedendo in quell’area, resta l’amarezza che se oggi si parte dall’anno zero, purtroppo, lo si deve ai ritardi dell’Arpab e degli altri organismi preposti al monitoraggio ed ai controlli dello scarico dei reflui, che soltanto oggi dietro impulso della Regione, devono stilare entro trenta giorni la mappatura degli scarichi industriali presenti. Non può passare inosservato che in questi anni le uniche iniziative industriali che si sono sviluppate nel territorio materano hanno avuto come comune denominatore quello di essere caratterizzate dall’essere a forte impatto ambientale, e questo ha fatto guadagnare alla Valbasento l’appellativo di “Valle dei veleni”. Infine,tanto per restare in argomento, l’impatto ambientale – ha concluso il segretario regionale della Cisl lucana –non riguarda solo aspetti prettamente industriali, ma anche tutti gli insediamenti turistico-alberghieri, tant’è che se non si provvede a realizzare l’impianto di depurazione verso il mare, la cosa potrebbe fungere da deterrente per altre forme di iniziativa, con definitive perdite di posti di lavoro ed occasioni di sviluppo. Per coniugare ambiente e sviluppo serve chiarezza e servono risposte a tutti i quesiti posti in queste ultime settimane”.

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