Valbasento: Amatulli, "Risposte concrete per i lavoratori"

«La preannunciata manifestazione dei lavoratori della Valbasento fissata per il prossimo venerdì 15 giugno, evidenzia con forza, secondo la Cisl, il disagio e il dramma delle migliaia di lavoratori disoccupati ed espulsi dai cicli produttivi in trepida attesa delle risposte sul futuro degli investimenti produttivi nell’area nonché degli ammortizzatori sociali». 
È quanto ha dichiarato Giuseppe Amatulli, segretario provinciale della Cisl materana, il quale ha aggiunto «Il quadro del nostro territorio, rientra a pieno nell’allarme Svimez lanciato in questi giorni, che vede durante questa fase di crisi, il Sud sempre più penalizzato rispetto al Centro-nord del Paese.
 E anche le ultime manovre finanziarie che dovevano salvare la nostra economia, hanno avuto invece un impatto negativo maggiore nel Mezzogiorno. 
In tal senso, le proiezioni sui dati del Pil, prevedono un decremento maggiore al Sud. 
La Cisl – ha continuato Amatulli – preoccupata per questa situazione, invita Governo e Regione a fare di più per lo sviluppo del nostro territorio. Le iniziative da mettere in campo per avere un reale sviluppo, devono partire da strumenti più forti che aiutano gli investimenti nelle Attività Produttive, in particolare nel settore industriale, nell’energia, in edilizia e nella ricerca. 
La stessa iniziativa di lotta del 15 giugno che segue solo di qualche giorno quella del settore del Mobile imbottito, evidenzia un’emergenza sociale che ha bisogno di risposte concrete. 
Non a caso pochi giorni fa Cgil, Cisl e Uil di Basilicata – ha ricordato il segretario provinciale Cisl di Matera – hanno evidenziato congiuntamente “l’esigenza di interventi concreti per il lavoro e lo sviluppo”. 
Gli esponenti confederali hanno chiesto alla Regione nello specifico “di chiudere presto un’intesa per il credito di imposta sugli investimenti, che deve finanziare in maniera selettiva, fino alla proroga degli ammortizzatori in deroga, passando per la costituzione di un tavolo per lo sviluppo della filiera agroalimentare, all’introduzione buoni lavoro per permettere un po’ di lavoro socialmente orientato ai tanti lavoratori in mobilità che da tempo sono usciti dal circuito produttivo e che da tempo percepiscono un minimo di sussidio”. 
Preoccupati per i tanti disoccupati, per i precari e per coloro i quali aspettano un lavoro e che vivono nell’angoscia e nell’incertezza, cosa ormai non più tollerabile – ha concluso Amatulli – chiediamo che gli impegni vengano mantenuti in tempi rapidi altrimenti saremo costretti ad implementare la mobilitazione».

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