Trivelle nello Jonio: "Tre istanze presentate a Policoro"


Sempre alta l’attenzione verso la possibilità di eventuali trivellazioni nel mar Jonio.
Mentre si pensa alle prossime manifestazioni da mettere in campo, l’associazione “No Scorie Trisaia”, attraverso una nota, ha comunicato che le prime  istanze dei petrolieri per la ricerca d’idrocarburi nell’arco jonico calabro- lucano sono già arrivate nelle sedi dei municipi di pertinenza.
Nel solo comune di Policoro, baricentrico tra Taranto e Crotone sono già arrivate le istanze – si legge nel comunicato – di ben tre permessi di ricerca petrolifera nel mar Jonio da parte di due società petrolifere.
Si tratta di due istanze della Shell, per la precisione la D73 e la D74, e un’istanza dell’Appennine Energy s.r.l., la D148.
Nello specifico la D148 dell’Appennine.
E’ una vecchia istanza del 2008, già rigettata dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo per essere sotto le 12 miglia marine (decreto Prestigiamo approvato dopo il disastro ambientale della piattaforma petrolifera nel golfo del Messico) e riattivata ora dal Ministero dell’Ambiente dopo gli emendamenti del decreto Crescitalia del ministro Passera di questa estate, emendamenti che prevedono una specie di sanatoria (quindi una riattivazione) per alcune vecchie istanze sotto le 12 miglia (come quanto già accaduto perle isole  Tremiti).
L’istanza dell’Appennine Energy  srl interessa tutto l’arco jonico lucano da Nova Siri a Metaponto. Sulla stessa istanza i sindaci lucani (sulla spinta della mobilitazione che Noscorie  Trisaia – Ola riuscì a creare nel 2008 con gli operatori  turistici) fecero una cordata opponendosi allo scellerato progetto di estrazione degli idrocarburi in mare.
Un permesso che si trova a ridosso della battigia del Mar Jonio, sulla costa lucana, di fronte ai lidi e a importanti ecosistemi marini e terrestri tutelati dall’Unione Europea.
Sia la Shell sia l’Appeninne Energy sono ben conosciute negli uffici della regione Basilicata di via Anzio.
La prima perché in compartecipazione di azioni nel progetto tempa rossa della Total e per altre istanze di ricerca in terraferma, la seconda perché ha altre istanze di ricerca e concessioni sulla terraferma in Basilicata.
Sulle nuove istanze di ricerca  nel mar Jonio la Regione Basilicata  però non si è ancora pronunciata.
Nel mar Jonio sono ben 6 le compagnie petrolifere che vogliono estrarre greggio: Shell italia, Appennine A., Northem petroelum, Enel Longanesi, Eni, Nautical Petroleum Transunion su nove istanze di permessi di ricerca (di cui due addirittura in concorrenza.)
I comuni ora dovranno opporsi ai procedimenti amministrativi uno per uno  insieme a provincia, regione, associazioni, comitati e singoli cittadini”.
Sempre sul fronte trivellazioni, ma questa volta sul suolo, il Comitato Bosco Soprano di Policoro, No Scorie Trisaia e Ola, Organizzazione lucana ambientalista rendono noto che la Gas Plus ha depositato presso il Comune di Policoro formale attestazione di autocertificazione di inzio attività di messa in produzione per il pozzo Masseria Morano 1 dir (un pozzo direzionale e quindi più impattante), da perforare nell’immediato entroterra della costa Jonica.
Le associazioni e il comitato dei cittadini ribadiscono come il pozzo idrocarburi della Gas Plus “Masseria Morano 1 Dir” si trova su falde idriche utilizzate in agricoltura e per scopi civili che rischiano di essere contaminate dall’attività mineraria e si trova a ridosso di campi agricoli e civili abitazioni e per di più vicino al centro nucleare Itrec con rischi dunque di creare subsidenze in un’area a rischio contaminazione nucleare.
Il Comune di Policoro – ricordano le associazioni ed il Comitato di cittadini – con voto all’unanimità di tutti i consiglieri comunali  si è opposto alla realizzazione del pozzo con deliberazione del 11/1/2010, mentre di recente una grande industria di trasformazione agricola (la Jonica Juice), con ingenti investimenti pubblici e privati per milioni di euro, ha richiesto di utilizzare le acque di falda per la preparazione dei succhi di frutta.
L’intervento della Gas Plus è stato nuovamente autorizzato nel 2012 dal Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per l’energia direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche divisione IV sezione UNMIG di Napoli e che l’intervento di che trattasi ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
Sul pozzo – rilevano il Comitato Bosco Soprano, No Scorie Trisaia e Ola –  con Deliberazione 2217 della Giunta Regionale del 30 dicembre 2008, la Regione Basilicata ha espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale ai sensi della legge regionale n. 47/98 ed ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica ai sensi del Decreto Legislativo 42/2004 e s.m.i.
Il Comitato Bosco Soprano, No Scorie Trisaia e la Ola chiedono all’Azienda Sanitaria di Matera di non rilasciare il nulla osta, sospendendo l’attività di messa in produzione e ordinando l’analisi chimico fisica delle acque di falda a cura dell’Arpab in prossimità dell’area al fine di rilevare eventuali contaminazioni già in essere e/o accertare il punto zero per le attività che la Gas Plus intende realizzare per il pozzo Masseria Morano 1 Dir.
Le concessioni per la ricerca nel sottosuolo sono governative, non comunali: inutili allarmismi sono deleteri per la conoscenza della verità e distorcono la realtà dei fatti”.
Questo il commento del sindaco della Città di Policoro, Rocco Leone.

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