Quattordici domande senza risposta sulla morte di Luca e Marirosa


Quattordici quesiti a cui è necessario dare una risposta, sulla morte di Luca e Marirosa, i fidanzatini di Policoro trovati morti nella casa di lei il 23 marzo del 1988. Le domande sono state inserite in un opuscolo presentato lunedì mattina a Potenza dalla mamma di Luca, Olimpia Fuina, e dal coordinatore regionale di Libera, don Marcello Cozzi.
“Quattordici domande a cui bisogna rispondere”, hanno sottolineato i relatori, soprattutto relativamente alle foto scattate ai cadaveri, agli orari indicati negli atti e alle testimonianze.
Dopo l’incontro di Potenza, la mamma di Luca ha annunciato una nuova conferenza stampa, in programma prossimamente a Roma.

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1 commento

  1. Fidanzatini di Policoro… che tristezza!!

    Luca e Marirosa non sono morti per avvelenamento da monossido di carbonio ma sono stati uccisi. Olimpia Fuina, la mamma di Luca Orioli, morto nel 1988 a Policoro a casa della sua fidanzatina, è sempre stata convinta si sia trattato di omicidio. Dopo 23 anni, si invoca a gran voce di non archiviare nuovamente il caso.

    L’accorato appello è rivolto alla procura di Matera affinché richieda al GIP ulteriori accertamenti sulle cause della morte di Luca. Occorre ripetere l’esame tossicologico sul corpo, poiché, a detta dei consulenti di parte, la perizia, depositata a giugno dai consulenti della procura, sarebbe inattendibile. Secondo i primi, le tracce di monossido rinvenute nei campioni di tessuto, ormai mummificato, non sarebbero sufficienti a provare la morte per intossicazione causata dal malfunzionamento dello scaldabagno dell’abitazione di Marirosa.
    “Le analisi sui campioni sono state effettuate con un metodo a dir poco antiquato”, ha detto, nel corso di una conferenza stampa a Roma, il professor Cosimo Lore’, medico legale dell’Universita’ di Siena. “Esistono tecnologie microscopiche avanzate in alcuni centri italiani, come in quello di Foggia, ancora mai usate – ha aggiunto – c’e’ ancora molto da fare”. Tesi queste ribadite e sostenute dall’altro consulente di parte, il dottor Domenico Mastrangelo, per il quale i valori di carbossi-emoglobina rintracciati nei campioni “sono inferiori a quelli necessari affinche’ si possa affermare con certezza che sia stato il monossido a determinare la morte”.

    Come dare torto alla disperazione di chi è genitore, come pensare di poter accettare la perdita di un figlio? Impossibile ed allora diciamo a quei genitori: “Forza, andate avanti, nessuno ve lo può negare, siamo tutti con voi!!!”. Nessuno credo vorrebbe mai piangere i propri figli.

    La vera tristezza nasce però da tutto ciò che si è agitato intorno a questa vicenda!!!
    Mi riferisco a chi -gli rimorda la coscienza almeno per una volta!!!- ha cercato, purtroppo, ancora una volta, di lucrare su questa penosa storia, non denari, ma fama, il che è peggio!!!
    Come hanno potuto costoro cercare di costruire i loro “successi professionali” sul dolore inconsolabile di madri e padri che hanno perso i loro affetti più cari!!!
    Che si vergognino per una volta, almeno una, e la smettano con le loro bassezze. Il tempo è finito di essere i censori, ritornino nei loro bui antri a meditare anziché tramare!!!
    Lasciate in pace chi pace forse mai potrà trovare, lasciate che i veri professionisti addetti ai lavori portino a termine il loro compito. Non insozzate più la memoria di due ragazzi cercando di portare acqua al vostro logoro mulino, creando false verità ed ancora più effimere illusioni a chi proprio non ne avrebbe bisogno!!!

    Noi rinnoviamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza a questi ed a tutti i genitori costretti a piangere i propri figli. Noi non dimentichiamo i vostri figli e preghiamo per loro in silenzio, come si conviene, perchè il rumore di inutili e fantasiosi clamori non possa mai inquietare il loro sonno nella Grazia di Dio.

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