Il premier Renzi a Matera per la firma del Patto per la Basilicata

renzi a matera
All’arrivo dell’auto blu la schiera dei contestatori che attendevano l’arrivo del premier Matteo Renzi si ridesta. I fischi e i cori si sentono anche all’interno del Teatro Duni, stracolmo di autorità, amministratori locali, giornalisti, cittadini e forze dell’ordine.
Matteo Renzi viene fatto passare dalle entrate di servizio per gli attori e pochi secondi dopo l’innalzarsi dei fischi è già sul palco.
Parla per ultimo, prima di lui prendono la parola Raffaello De Ruggero e Marcello Pittella. Il primo cittadino saluta il premier “dalla città viva più antica del mondo” e prosegue con un toccante excursusstorico raccontando la storia dell’insediamento recente dei Sassi di Matera da miserabile resto di una civiltà antichissima a cuore pulsante della città Capitale della Cultura. La storia di un riscatto, dunque, che deve essere di ispirazione per il Sud e per la politica futura, in cui vorrebbe vedere Matera diventare Officina culturale.
Il governatore Pittella definisce i numeri di questo riscatto, elencando una serie di dati e statistiche che disegnano uno sforzo globale delle amministrazioni e dei cittadini per risvegliare la Regione.
Impressionante il dato sugli arrivi a Matera che segna un netto +58% ponendo di fatto la città di fronte alle sfide di una nuova economia. Il successo innegabile del turismo ha però messo in luce più acutamente la grave carenza infrastrutturale della Regione.
Le infrastrutture, l’ambiente, lo sviluppo economico, i turismo ed, infine, welfare e legalità. Sono questi i cinque assi concordati dalla Presidenza del Consiglio e dalla Regione per indirizzare circa 4 miliardi di euro complessivi in Basilicata.
Questo consistente investimento deve secondo il premier aiutare il Sud ad emergere dalla crisi degli ultimi anni.
«Dalla rassegnazione all’autostima. Non è un programma soltanto per Matera e la Basilicata: è quello che l’Italia deve fare nei prossimi due anni. Se dici che le cose andranno meglio e cambieranno, rischi. Non rischi con la rassegnazione che è propria dei contestatori che fischiano. Ma le cose non le cambiano quelli che fischiano qui fuori, bensì i coraggiosi che rischiano e si sporcano le mani. E portano i colori bianco, rosso e verde dell’Italia che non ne può più della rassegnazione», ha detto Renzi.
Ha accennato alla Costituzione e alla sua riforma, che fornirà strumenti più agili ed efficienti alla democrazia italiana che non dovrà più alternare 63 governi in 70 anni come è successo fino ad ora.
Parla poi di cultura e ricerca e della scuola. Dalla platea le accuse degli insegnanti cui risponde punto per punto.
Parla di legalità e chiude con un cenno al problema dell’immigrazione e dell’accoglienza, rivendicando con forza la valenza umanistica della cultura mediterranea che “insegna che se un uomo sta affogando in mare io lo devo salvare”.
Parla insomma di un’Italia leader in Europa. un‘italia che ci crede. Un Italia che deve imparare da Matera.
Le immagini del servizio, curato assieme alla redazione di Policorotv.it, sono disponibili al link: https://youtu.be/biKYOLyrk1w

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