Policoro: Presentato L’” Universo tra le dita” di Michele Mele

LA SCUOLA CHE FA LA DIFFERENZA, LA SCUOLA CHE È LA DIFFERENZA, sempre con questo orientamento l’IC2 si è presentato stamattina allo scrittore del libro “ L’Universo tra le dita” – ed. Efesto : Michele Mele. Un incontro con l’autore intenso di emozioni ed insegnamenti che ha tenuto alta l’attenzione delle classi seconde e terze della secondaria per tutto il tempo presso la sala consiliare della città di Policoro. 

Erano presenti: i responsabili dell’UIC  Giuseppe Lanzillo e Giovanna Ruggieri, il ref. ANFASS Giuseppe Tataranno, l’assessore alla cultura Giuseppe Montano e il presidente d’istituto Nicola Stigliano. 

Ad aprire i lavori , la dirigente scolastica, la prof.ssa Maria Carmela Stigliano , che ha ribadito come la diversità si trasformi in  un’opportunità di crescita fino a raggiungere felicità e soddisfazione , nonché successo professionale come è accaduto per gli scienziati raccontati nel libro del professor Mele. 

Il libro è un saggio in cui sono raccolte  le avvincenti storie e le sorprendenti imprese di 10 scienziati ipovedenti o non vedenti vissuti tra la fine del XVII secolo ed i giorni nostri.

L’obiettivo è quello di contrastare i pregiudizi che ancora penalizzano ipovedenti e non vedenti, specialmente quelli che li allontanano, spesso in precoce età, dalle discipline scientifiche, erroneamente considerate a loro inaccessibili. Facilmente ci si può affezionare al libro grazie alle storie avvincenti dei personaggi ed apprezzare il messaggio di speranza, inclusione ed ottimismo che l’autore ha cercato di trasmettere in queste pagine. I protagonisti presenti nel libro ad accomunarli, non solo l’essere non vedenti o ipovedenti, ma anche l’esser riusciti a contrastare i pregiudizi che circondano questa condizione, superando difficoltà fisiche ma soprattutto culturali per realizzare i propri sogni ed eccellere nella pratica scientifica, proprio come lo stesso autore, matematico ipovedente originario di Salerno, ricercatore presso l’Università degli Studi del Sannio.

Le 10 storie devono il successo non solo alle straordinarie capacità e tenacia dei rispettivi protagonisti, ma anche a una costellazione di genitori, coniugi, parenti, amici e talora – ma non sempre – docenti, mentori e colleghi, che ne hanno stimolato la curiosità e l’ingegno, supportandone le scelte e la ricerca dell’autonomia, senza mai cadere nella commiserazione e nello stigma che troppo spesso circondano chi soffre di gravi patologie della vista. 

Gli studenti, che nei giorni precedenti avevano letto il libro e grazie all’impegno dei docenti , hanno potuto riprodurre delle gigantografia degli scienziati a partire da: 

Nicholas Saundersonn conosciuto per la matematica e fisica, Leonhard Euler, matematico, meglio noto come Eulero per i suoi diagrammi, John Metcalf per la geografia, François Huber per lo studio delle api, Jacob Balotin  per gli studi medici, i matematici statunitensi Abraham Nemeth e Lawrence Baggett,  Damion Corrigan per i suoi test diagnostici COVID-19, Mona Minkara, chimica di origine libanese, l’unica donna ritratta nel libro e infine il chimico e imprenditore californiano Henry Hoby Wedler. 

I ragazzi si sono lasciati coinvolgere tanto dalle storie che hanno fatto domande di ogni genere ma sempre attinenti alle situazioni vissute sia dai protagonisti del libro che dallo scrittore. 

Un libro che si rivolge a docenti, studenti, famiglie e alla società tutta, per scoprire alcune pagine nascoste della storia della scienza ma anche quanto poco basti per creare un ambiente accessibile, che nulla preclude lo studio della scienza e la pratica della ricerca, se non la “cecità” del pregiudizio e dell’ignoranza.

“Non è limitato chi non vede, ma chi, forse sentendosi superiore per il solo fatto di appartenere alla maggioranza, sceglie di non vedere.”

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