Policoro: Premiata Miriam Vitiello

E’ di Policoro la prima donna premiata dalla Società italiana di fisica (Sif) per le sue ricerche di frontiera sui laser a Terahertz.
E’ Miriam Serena Vitiello,  34 anni e lavora dal 2010 ai laboratori Nest dell’Istituto Nanoscienze del Cnr di Pisa. Per la precisione, la giovane ricercatrice ha ottenuto il premio “Sergio Panizza” dedicato all’eccellenza nel campo della Fotonica e Optoelettronica. 
Martedì la consegna del riconoscimento nel corso della cerimonia inaugurale del 98.esimo Congresso nazionale della Sif all’Università di Napoli Federico II. La ricercatrice lucana, attiva nel laboratorio Nest dell’Istituto nanoscienze del Cnr (CnrNano) e Scuola Normale Superiore di Pisa, in collaborazione con l’Istituto nazionale di ottica di Firenze (Ino-Cnr), si è aggiudicata il premio per le ricerche dedicate a sorgenti laser a semiconduttore e rivelatori nano-elettronici ad alta frequenza, che secondo la motivazione della giuria «hanno aperto nuove frontiere nell’innovazione della fotonica Terahertz». La radiazione Terahertz, ovvero radiazione di frequenza tra le microonde e l’infrarosso, è un candidato promettente per applicazioni che vanno dal controllo di qualità nell’industria all’identificazione di esplosivi nei sistemi di sicurezza. Tuttavia la complessità e il costo dei sistemi commerciali attuali limitano l’uso su larga scala di questa tecnologia. Il premio va a riconoscimento di un’attività di ricerca pluriennale, cominciata con un dottorato di ricerca in Fisica all’Università degli Studi di Bari, che ha portato a risultati innovativi. «Risultati che consentono già ora di realizzare una piattaforma completa a stato solido che opera nel range terahertz, sia in aria libera che guidata, pronta per lo sfruttamento commerciale», commenta la ricercatrice. Nel campo dei laser a semiconduttore basati sul cosiddetto principio della cascata quantica, Miriam Serena Vitiello ha sviluppato sorgenti laser terahertz con efficienza record e larghezze di riga vicine al limite quantistico; nel campo della rivelazione Terahertz ha messo a punto rivelatori nanostrutturati innovativi, basati su transistor in nanofili a semiconduttore e successivamente in grafene. «La radiazione elettromagnetica nelle frequenze Terahertz – ovvero 1 milione di milioni di oscillazioni al secondo, tre le microonde e l’infrarosso – può essere impiegata per una sorta di spettroscopia “morbida”», come la definisce la stessa Vitiello, che continua, «a simili frequenze infatti la radiazione è completamente sicura dal punto di vista della salute. Al tempo stesso è in grado di penetrare materiali che sarebbero opachi alla luce, come carta, plastica e altri. Per questo si possono prevedere applicazioni legate ai controlli di sicurezza, come la rivelazione di esplosivi e agenti bio-chimici, o, in ambiti bio-medicali, alla diagnostica del Dna, ai controlli di qualità non distruttivi nei processi farmaceutici, o ancora al monitoraggio di processi industriali».

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