Pisticci: Indagine al Comune, undici condanne

Undici condanne e sette assoluzioni per l’indagine contabile sull’ammanco di circa un milione di euro al Comune di Pisticci che ha di recente registrato, sul fronte penale, la richiesta di rinvio a giudizio per nove persone. 
Con la sentenza 186-2012, infatti, la sezione giurisdizionale per la Basilicata della Corte dei Conti ha condannato, in via principale ed in solido, i dipendenti comunali Umberto Giorgetti e Rosario Malvaso (ora in pensione) al pagamento in favore del Comune della somma di 1.105.524,78 euro, oltre a rivalutazione monetaria ed interessi legali: la sentenza ha evidentemente riconosciuto un ruolo attivo e propositivo dei due nell’accaduto, mentre, per gli altri condannati in via sussidiaria, ha certificato un ruolo diverso, concretizzatosi in un omesso controllo. Per questo, sono stati condannati anche Ada Amelia Cataldo, che dovrà rifondere l’ente con 124.368 euro, Leonardo Giuseppe Leone (78.425), Giovanni Renato Vittorio Santilio (51750), Rosa Candida Aurora Marrese (32.243), l’attuale dirigente del settore Ragioneria Giuseppina D’Aranno (22.500), Giuseppina Pizziferri (21mila), Mariano Gennaro Santarcangelo (15mila), l’ex sindaco Michele Leone (4.606) e l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico, Rocco Di Leo (4mila): tutti dipendenti comunali, anche se Leone, Marrese e Santilio sono in pensione. Assolti, invece, Gian Franco Ferrara, Domenico Rebesco, Rosetta Marzatico, Alessandro Strafella, Francesco Viggiani, Domenico Corrado ed Emilio Spartaco. Il periodo oggetto d’indagine è il 1999-2006, mentre il caso venne fuori dopo l’esposto di quattro tra funzionari e dipendenti (oggi condannati in via sussidiaria), che denunciarono l’operato di un loro collega dell’Ufficio Ragioneria che avrebbe fatto firmare frettolosamente tre mandati di pagamento al capo servizi, sostenendo che il dirigente responsabile non era in servizio: con essi, si disponeva la liquidazione di somme in favore di una ditta per lavori effettuati in plessi scolastici e nel cimitero, ma dei quali non c’era traccia in alcuna delibera, come appurò la funzionaria, che si rese anche conto che il dirigente responsabile era regolarmente in servizio. 
Dopo aver richiamato il dipendente dell’Ufficio Ragioneria ed avergli contestato entrambe le cose, lo stesso avrebbe parlato di un suo errore strappando delibere e mandati. 
Nei giorni successivi, poi, ci furono sarebbero stati movimenti contabili per distrarre le somme elargite in favore di una delle ditte compiacenti ad altre. 
Il sindaco Vito Di Trani si è limitato a commentare: “Prendo atto della sentenza ma, in attesa delle motivazioni, credo che vada fatto un distinguo tra chi ha architettato il sistema e chi, invece, è stato, suo malgrado ed in buona fede, vittima del raggiro”.

Piero Miolla 

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