Per la Cia si rafforza nel Materano la filiera corta web

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Si rafforza nel Materano la rete della “filiera corta web”: un’altra dozzina di aziende agricole della provincia di Matera hanno aderito al progetto della Cia “la spesa agricola 2.0”, dal produttore al consumatore passando per il web. In vetrina, per la prima volta, le eccellenze degli agricoltori che attraverso Amazon arriveranno nelle case dei consumatori in poche ore, con un semplice click. “La sfida che colgono Agricommy e Amazon – hanno spiegato Nicola Serio (Cia) e Paolo Carbone (Turismo Verde)- è infatti quella di arrivare a garantire un’altra modalità affidabile di distribuzione per una vasta platea di piccoli e medi imprenditori agricoli ma anche per far emergere le tante agricolture del nostro Paese inserendole dentro un marchio distintivo unico. Ma oltre al valore tecnologico e a quello commerciale l’operazione, della “spesa agricola 2.0” ha anche un valore per così dire informativo. Consente al consumatore di conoscere origine dei prodotti, storia e valori del produttori, ma anche di riabituarsi ai “prodotti di stagione” e a riconoscere i vari marchi di qualità, dal biologico alla Dop”.

Il percorso anche in Basilicata è appena cominciato, tenuto conto che in Italia solo l’8% è favorevole a comprare prodotti alimentari, vini e liquori attraverso il canale dell’e-commerce. Un italiano su tre (32%) usa i social network prima di comprare in rete ed il 23% non impiega ancora internet per la spesa.
Ma la Cia sta provando a promuovere l’e-commerce. L’Associazione Nazionale “la Spesa in Campagna”, pratica la filiera corta e la qualità degli alimenti. Il consumatore può acquistare i prodotti con diverse modalità:
Punto vendita in azienda: recarsi direttamente in azienda per acquistare i prodotti. Il cittadino/consumatore avrà occasione di conoscere da vicino lo stesso imprenditore, l’attività agricola, le tecniche di coltivazione e di allevamento animali, la cultura contadina, nonché di godere del paesaggio agrario circostante, delle bellezze naturali e artistiche del territorio.
E-commerce: procedere all’acquisto on – line con la consegna a casa del prodotto scelto, sempre con la massima trasparenza sulle condizioni di vendita, di spedizione e i tempi di consegna, secondo gli standard di sicurezza garantiti dalle più avanzate tecnologie moderne.
Mercato contadino: un’iniziativa che raccoglie piccoli produttori agricoli locali e li mette direttamente in contatto con i consumatori finali nelle piazze dei tanti comuni d’Italia.
Bottega locale: un’aggregazione di aziende agricole del territorio che portano i propri prodotti nella bottega e che hanno scelto di gestire in maniera associata la vendita diretta.
Relazioni dirette si possono sviluppare con i GAS – Gruppi di acquisto Solidali presenti sul territorio, per organizzare la fornitura dei prodotti con modalità concordate sulla base delle loro particolari esigenze
L’incontro di Matera è stato inoltre l’occasione per esprimere un giudizio positivo sul ddl (Cifarelli-Romaniello) approvato in Commissione, recependo proposte ed indicazioni della Cia, per disciplinare le operazioni di macellazione in locali multifunzionali aziendali agricoli, la relativa trasformazione e vendita diretta di piccoli quantitativi di prodotti di carne primari e trasformati di bovini, ovini, caprini e suini, di proprietà e allevati in aziende che ha il merito di chiudere la filiera di produzione-trasformazione-vendita.

Quello delle piccole produzioni agricole – ha spiegato Carbone- è un segmento diffuso e importante che caratterizza e rafforza il settore primario anche in Basilicata. Nella nostra regione, risultano oltre 23.000 le aziende con meno di 2 ettari di SAU, oltre 15.000 gli allevamenti da cortile e suinicoli prevalentemente per autoconsumo e piccole trasformazioni familiari, oltre 5.000 le aziende vitivinicole con superficie sotto le 30 are, 33.000 quelle olivicole, solo per citare i numeri a volte inespressi e che rappresentano un tessuto produttivo nascosto e silenzioso che sorregge molte famiglie della comunità lucana. Si pensi in particolare ai circa 15.000 orti familiari che potrebbero beneficiare della vendita diretta.

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