Inchiesta sanità lucana: ai domiciliari il governatore Pittella, altri 29 indagati

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Terremoto giudiziario in Basilicata.

L’inchiesta sulla sanità lucana, condotta dalla Procura della Repubblica di Matera e dalla Guardia di Finanza, ha portato a trenta misure cautelari, tra cui 22 arresti – due in carcere e venti ai domiciliari – e otto obblighi di dimora.

Tra i nomi eccellenti finiti nell’inchiesta anche quello del governatore lucano Marcello Pittella, da venerdì mattina ai domiciliari nella sua casa di Lauria.

La misura della custodia cautelare in carcere è stata disposta per Pietro Quinto, commissario generale dell’Azienda Sanitaria di Matera e Maria Benedetto, direttore amministrativo della stessa.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa tenuta dal procuratore capo di Matera Pietro Argentino nel tribunale materano. Abuso d’ufficio, falso ideologico per soppressione, truffa aggravata, turbata libertà degli incanti e corruzione sarebbero le accuse contestate.

Gli accertamenti eseguiti avrebbero evidenziato – ha spiegato il procuratore Argentino –  il “totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche”.  Il commissario dell’Asm sarebbe “il collettore delle raccomandazioni che promanano” dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.

Secondo gli inquirenti “deus ex machina’ della “distorsione istituzionale” che si è verificata nella sanità lucana sarebbe il presidente Pittella, che non si limiterebbe a “espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza “ma influenza anche le scelte gestionali” delle Asl “interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali” tutti da lui nominati.

L’indagine della Guardia di Finanza, sostiene il Gip Rosa Nettis, ha portato alla luce “un sistema di corruzione e asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori” su richiesta di una “moltitudine di questuanti” che sono l’espressione di “pubblici poteri apicali”.

 

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