Il Pd di Bernalda sul Pnrr

Riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario del Pd di Bernalda, Enzo Piccinni 

“Il fuori onda tra il Sindaco di Milano Beppe Sala e il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana ha fatto tanto discutere a causa della non troppo velata critica alla scelta del Recovery Plan di destinare una grande parte delle risorse al mezzogiorno. Infatti il PNRR, costruito in base ai parametri dei regolamenti europei, prevede la destinazione del 40 per cento delle risorse territorializzabili al “SUD, SUD, SUD” con l’obiettivo di raggiungere il riequilibrio territoriale che farebbe però il bene della nazione intera.

Fuori dallo scopo di alimentare una polemica che sa tanto di assurda idea di secessionismo anni 80’ – 90’, con orgoglio in quel SUD in grado di fare il bene della nazione ci rivediamo, ma ora è tempo di utilizzare al meglio le risorse che il piano di ripresa e resilienza mette a disposizione per trasformare la crisi in opportunità. Dopo la macro analisi e la pianificazione portata avanti dal Governo Draghi adesso tocca proprio ai territori dare seguito con pianificazione e programmazione attivando progetti ed attività.

Eppure in Basilicata sembra che stiamo correndo il grande rischio di appagarci di quell’orgoglio senza riempirlo di merito, sottovalutando la possibilità di sfruttare uno strumento unico e finalmente in grado di avviare quella svolta che non può più aspettare. La Regione Basilicata invece di lavorare apre una crisi politica al buio fortemente voluta dalla Lega molto NORD, palesemente per raggiungere obiettivi esclusivamente personali. Non esiste un’idea precisa di come e a quali missioni, delle sei tracciate dal PNRR, dare priorità per iniziare a raggiungere degli obiettivi.

Il PD Basilicata da tempo ha attivato la conferenza degli amministratori per mettere a disposizione le sue competenze a supporto di ogni sindaco lucano e su quella linea il PD di Bernalda e Metaponto vuole spronare anche una situazione locale che sembra molto statica. In campagna elettorale tutti sembravano pronti a partire un minuto dopo la vittoria con progetti ed investimenti e, cogliamo con piacere che lo stesso Comune di Bernalda ha avviato una ricerca di partner qualificato e dedicato appunto ad un’analisi, pianificazione e programmazione in attuazione del Recovery Plan. Non sappiamo però con quali obiettivi specifici e quale graduatoria di priorità si vuole dare alle esigenze del territorio. Quale sia la visione e quale la mission che l’Amministrazione deve fornire ai consulenti ed alla struttura per delineare gli interventi strategici è nell’indirizzo politico che un buon governo adotta preliminarmente. Se lo si vuole definire apartitico e prescindere dalla consultazione delle forze politiche esistenti sul territorio, assolutamente non può prescindere dalla partecipazione pubblica coinvolgendo l’intera comunità in un momento storico di eccezionale valenza, perché offre l’occasione di guardare al futuro definendo le strategie per lo sviluppo del nostro territorio, ciò che vogliamo riservare alle nuove generazioni.

Delle 6 missioni all’interno del PNRR ognuna di queste gode di 16 componenti e per quanto condividiamo la volontà di dare priorità alle scuole in un quadro così ampio vuol dire tutto e niente. Mentre la campagna vaccinale nazionale porta risultati ovunque, vorremmo parlare di ecosistemi dell’innovazione e di acceleratori per le assunzioni locali, dedicarci ad analizzare le nostre specificità in termini di innovazione, digitalizzazione e competitività culturale in coerenza con obiettivi di transizione ecologica oltre che di coesione ed inclusione sociale. Dobbiamo pensare alla produttività del nostro sistema imprenditoriale e come favorire l’appetibilità, la fruibilità ed accessibilità del nostro territorio non dimenticando l’implementazione dei punti di forza (logistica) e la risoluzione dei punti di debolezza (erosione). Come conciliamo tutto questo con la retromarcia della LEGA sul NO alle concessioni sulle estrazioni petrolifere? O non dobbiamo considerarlo un problema derimente?

Non ce ne vogliate, ma spesso lasciar fare la LEGA al SUD vuol dire parlare di tutto per non fare niente e nel caos pensare solo a sé stessi. Esattamente quello che non ci possiamo permettere.”

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