Gli imprenditori agricoli della Valbasento si associano al comitato “Aria Pulita” Basilicata

Valbasento

“Una quarantina di agricoltori e imprenditori agricoli della zona Val Basento, compresa tra Pisticci, Pomarico, Ferrandina e Bernalda si sono associati al Comitato “Aria Pulita” Basilicata. Rappresentano un territorio di centinaia di ettari lungo il fiume Basento che a causa dell’inquinamento delle falde del fiume e presenza di diossine hanno visto diminuire la loro potenzialità o addirittura azzerare la produzione agricola e il pascolo, con perdite che ammontano a milioni di euro oltre alla perdita di decine di posti di lavoro. Oggi non vogliono più assistere inermi, allo sfaldamento delle loro aziende e alla distruzione del duro lavoro di intere generazioni.

Gli agricoltori della Valbasento, alzano la testa, come già hanno saputo fare in passato e vogliono riprendersi il loro territorio.

Oltre al coraggio di lottare hanno una etica si chiedono cosa stanno dando da mangiare ai loro figli e cosa portano sulle tavole dei loro concittadini e in tutto il mondo. Hanno creduto in un’agricoltura sana, fatta di biologico e riconoscimenti dop, allevamento di podoliche. Hanno realizzato marchi prestigiosi con i quali hanno portato l’orgoglio italiano sulle tavole dei paesi stranieri. Qualcuno fino ad oggi ci ha voluto far credere che è possibile tenere sullo stesso territorio i pozzi di petrolio, i parchi, l’agricoltura biologica e lo smaltimento di rifiuti tossici nel fiume più lungo d’Italia che si getta nello Ionio. Basta all’inquinamento, basta alle truffe. Questo territorio, il più grande della Basilicata sta pagando in termini di salute, vite umane e profitto un prezzo altissimo, smisurato rispetto al lavoro che non c’è. Questa è la terra dei Fuochi della Basilicata, su alcune fasce di terreno lungo il fiume non cresce più l’erba mentre si è fatto posto un pantano oleoso. Si sta perdendo la cultura e la vocazione dei luoghi, si sta andando contro-natura. Dopo anni di biocidio qui oggi c’è un popolo che dice Basta.

ggi qui si sta chiedendo una svolta. La politica lucana deve decidere e decidere immediatamente cosa vuole fare di queste terre. Se ritiene che debbano essere deputate a pattumiera d’Italia lo dica espressamente e riconosca il lucro cessante a chi la terra l’ha lavorata con il proprio sudore, si riconoscano i danni e la bonifica delle terre. Se invece intende trovare un riscontro nell’aggettivare la Basilicata a terra verde allora chiuda Tecnoparco e tutte le altre industrie che inquinano. Gli agricoltori, se debitamente supportati, hanno la forza di generare lavoro per tutta la Val Basento. Dopo l’acclarato inquinamento che ha visto la magistratura intervenire sull’Eni e Tecnoparco, con avvisi di garanzia per i dirigenti e proprietari delle attività, gli agricoltori intendono costituirsi parte civile. Nella prossima settimana ogni azienda sarà in grado di presentare una perizia tecnica attestante i danni subiti dall’inquinamento.

Gli agricoltori e imprenditori agricoli all’uopo consorziatisi, affronteranno un ulteriore sacrificio realizzando a proprie spese i prelievi per le analisi del top soil – strato superficiale del terreno, dell’acqua in falda, su animali e cucurbitacee. Vogliono la certezza se sui lori fondi è ancora possibile produrre. Se le analisi risulteranno negative sarà una certificazione in più che potranno mettere sul mercato. In caso contrario individueranno anche azioni contro la Regione Basilicata che non ha saputo controllare il territorio consentendo lo scempio che si sta attuando. Si chiede che i terreni contermini la delimitazione del perimetro del SIN, rientrino di diritto nella bonifica. A tal uopo, si chiede all’assessore Berlinguer di predisporre urgentemente la variante al piano di bonifica. In merito alle ordinanze emesse dai sindaci di Pisticci, Ferrandina e Bernalda di divieto di attingere l’acqua di falda lungo il Basento si chiede che dette ordinanze si trasformino in provvedimenti che individuino foglio, particelle e proprietario. La misura di divieto nei termini in cui è stata emessa continua ad arrecare maggiori danni alle aziende. Chiedono ai sindaci di Pisticci e degli altri territori interessati, di prendere posizione nei riguardi di Tecnoparco ai fini della tutela delle salute delle persone e dell’ambiente. Il comitato Aria Pulita, in nome e conto degli agricoltori della Val Basento, chiede agli Assessori dell’Ambiente e dell’Agricoltura della Regione Basilicata, alla luce dei gravi fatti emersi dalle indagini della magistratura di queste ore, che siano rivisti i permessi e le autorizzazioni a Tecnoparco.

Di sottoporre urgentemente il territorio:

1) a monitoraggio delle diossine e degli IPA in atmosfera e al suolo;

2) al controllo delle acque per uso domestico, per irrigazione e ristoro degli animali per la ricerca di parametri chimici;

3) a uno screening medico della popolazione.

4) piani di salvaguardia delle acque

5) tavolo tecnico con la regione Basilicata ed arpab, asm ed asp

6) tavolo della trasparenza permanente con i sindaci della Valbasento

Che si facciano inoltre le mappe epidemiologiche e infine che sia messo a disposizione del comitato, quindi degli agricoltori, un fondo per effettuare le analisi nei loro terreni o il rimborso per quelle già fatte a proprio carico. Tutte le analisi che si andranno a fare sui terreni saranno prodotte da laboratori accreditati e poi validate da diverse università, al fine di avere la certezza e massima trasparenza della bontà dei prelievi e lavorazione dei dati.

Si sottolinea che questa è una situazione “al limite” che agricoltori, allevatori, imprenditori e indotto non possono più reggere e non vogliono più subire, pertanto saranno definite in seguito ulteriori azioni di protesta.”

COMITATO “ARIA PULITA” BASILICATA

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