Gli effetti del clima impazzito si trasferiscono dai campi alla tavola

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Quello di quest’anno verrà ricordato come un agosto bollente in Basilicata, con le temperature massime risultate superiori di 3,9 gradi la media mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 62,3% con una crisi idrica di portata storica, dopo un mese di giugno e di luglio particolarmente siccitosi.

E’ quanto fa sapere Coldiretti Basilicata sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade del mese.

“Le colture più colpite sono i cereali, il pomodoro da industria, il lattiero caseario, l’olio di oliva, gli ortaggi ed i legumi. L’allarme – sottolinea Coldiretti Basilicata- riguarda anche il foraggio per l’alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi mentre il caldo torrido ha provocato stress e fatto crollare la produzione di latte. Ad essere colpite anche le api che sono un indicatore dello stato di salute della natura con la produzione di miele Made in Italy che è più che dimezzata rispetto alla media. L’ effetto – spiega Coldiretti Basilicata- delle diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua ed i violenti temporali estivi che a macchia di leopardo hanno aggravato la situazione, ma senza dimenticare gli incendi che hanno fatto strage di decine di milioni di api”.

“Le conseguenze del caldo e della siccità si estendono alle tavole dei consumatori con effetti sulla dieta mediterranea – spiega Piergiorgio Quarto, presidente di Coldiretti Basilicata – la frutta è dolcissima per le condizioni climatiche che hanno garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti ma anche la maturazione contemporanea che, insieme alle importazioni dall’estero spacciate per nazionali, hanno provocato una drammatica crisi per i frutticoltori con quotazioni al di sotto dei costi di produzione. Il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve – sottolinea Quarto – è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni”.

Per scegliere il Made in Italy attenzione dunque all’etichettatura di origine che obbligatoriamente indica l’origine sulle bottiglie di extravergine anche se in caratteri minuscoli e spesso nel retro delle bottiglie.

“E’ bene privilegiare – precisa il direttore di Coldiretti Basilicata, Francesco Manzari – quelle che indicano 100% italiano, quelle a denominazione di origine o gli acquisti diretti dal produttore o nei mercati di campagna amica. Il rischio di prodotto straniero spacciato per italiano è presente anche per il pomodoro da conserva con le importazioni di concentrato dalla Cina che sono aumentate del 43% nel 2016 favorite anche – aggiunge Manzari – dalla mancanza dell’obbligo di indicare la provenienza nelle confezioni. Attualmente l’etichettatura di origine è obbligatoria solo per la passata di pomodoro, ma la Coldiretti chiede che venga estesa a tutti i derivati, dal concentrato ai sughi fino al ketchup”.

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