Domenica 14 luglio a Montalbano lo spettacolo teatrale “Francesco Lomonaco Ultimo scritto”

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Domenica 14 luglio con inizio alle ore 20,30, sul Belvedere della Mura Risorgimentali a Montalbano Jonico verrà rappresentato il testo teatrale “Francesco Lomonaco – Ultimo scritto”, ideato e scritta da Vincenzo Maida, giornalista-drammaturgo autore di numerosi testi teatrali, con l’interpretazione e l’adattamento teatrale di Emilio Andrisani dell’HermesTeatroLaboratorio e del gruppo del teatro montalbanese.

L’autore ha ricostruito drammatizzandoli gli ultimi momenti di vita dell’uomo di pensiero montalbanese che a soli 38 anni si tolse la vita a Pavia.

Francesco Lomonaco, il cui busto nel 1913 venne collocato sul Pincio a Roma tra i trecento italiani illustri precursori dell’Unità d’Italia, soprannominato il Plutarco Italiano, era nato il 22 novembre del 1772 e aveva vissuto a Montalbano fino ai 18 anni, quando era andato a Napoli a studiare giurisprudenza prima e medicina dopo.

Intellettuale dalla solida cultura, amico di Eleonora de Pimentel Fonseca, di Vincenzo Cuoco e di tanti altri intellettuali partenopei, prese parte al movimento rivoluzionario che portò alla nascita della repubblica napoletana del 1799. Scampato per caso al capestro borbonico, il suo cognome venne trascritto Lamanica, esule prima a Marsiglia, poi in Svizzera, quindi a Milano, Lomonaco morì suicida a soli 38 anni a Pavia il primo settembre del 1810.

Amico di Vincenzo Monti e medico di Ugo Foscolo e del fratello di costui, anche lui morto suicida, Alessandro Manzoni lo considerò un suo maestro e gli dedicò un sonetto giovanile.

Padre Gabriele Ronzano, storico, autorevole uomo di cultura, gesuita, nel suo libro Fermo e Lucia, ha avanzato l’ipotesi suggestiva, ma non dimostrata, che sarebbe stato lui a donare allo scrittore milanese il manoscritto da cui egli trasse ispirazione per scrivere il romanzo più famoso della letteratura italiana: “I promessi sposi”.

Lomonaco scrisse tra l’altro: Rapporto al cittadino Carnot, Analisi della sensibilità e delle sue leggi e delle sue diverse modificazioni considerate relativamente alla morale ed alla politica, Vite degli eccellenti italiani, Vite dei famosi capitani d’Italia, Discorsi letterari e filosofici. Francesco Lomonaco entrò in dialettico confronto con i grandi della cultura nazionale, assolvendo al notevole compito di portare a conoscenza degli intellettuali del Nord lo storicismo di Giambattista Vico e tutti i fertili stimoli della cultura napoletana. Sarebbe perciò diventato importante nella vita e nell’opera di Foscolo e Manzoni. Senza di lui, e senza il suo vichismo, difficilmente Foscolo sarebbe passato dall’Ortis ai Sepolcri e difficilmente il giovane Manzoni avrebbe superato l’antistoricismo illuministico, si sarebbe aperto allo studio della storia e avrebbe scoperto una Provvidenza sottesa agli eventi umani. Il Manzoni di tutto ciò, in una intervista rilasciata nel 1866 ma pubblicata sul “Corriere della sera” dieci anni dopo, il 12-13 ottobre 1876, gli avrebbe dato ampio riconoscimento e ampio merito.

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