Di Pierri: “l’amministrazione di Policoro si dia una scrollata o vada a casa”

di pierri

“Nello scorso periodo natalizio venni duramente attaccato da parti importanti dell’attuale amministrazione comunale, perché in sostanza, se ho ben capito, sostenevano che facevo un’opposizione esageratamente aspra a causa della quale non riuscivano a concentrarsi ed a svolgere serenamente e proficuamente l’attività amministrativa.

Pur non condividendo tale paradossale conclusione decisi di tacere, come peraltro fa beatamente una buona parte dell’opposizione consiliare, ma solo per un periodo limitato, sperando che il mio silenzio fosse utile a consentire ai nostri novelli amministratori di spremersi sulle questioni serie ed iniziare a fare qualcosa di concreto.

Ed allora, facendo violenza a me stesso, mi sono imposto di tacere da Natale a Pasqua, sperando anch’io di assistere almeno ad un inizio di quella “rivoluzione” tanto sbandierata dai nostri eroi.

Ebbene, non solo i risultati tanto sperati non sono arrivati, ma credo di poter dire che allentando (se pur solo apparentemente) le redini del ferreo controllo cui una sana opposizione è demandata, si siano consumati ulteriori danni per la Comunità, frutto di scelte scellerate, prive di  trasparenza e di qualsiasi logica e magari, talvolta (talvolta ???) dettate da totale incapacità mista a presunzione, e – tanto per cambiare – da criteri di riconoscenza, “amicizia” ed altro.

Sarò populista e pure un po’ visionario (ne sono sempre più convinto) ma continuo a vedere una città sempre più povera, abbandonata, dimenticata, sporca, buia, desertica, priva di socialità, di progetti e di aspettative, una città le cui strade e marciapiedi ti costringono a percorsi di guerra per evitare voragini e ostacoli vari (grazie ai quali il Comune con grande scioltezza si prepara a pagare centinaia di migliaia di euro di risarcimento danni per chi – a piedi o in auto – prima o poi subisce un infortunio).

Continuo a vedere una città in cui i nuovi, freschi e rampanti Amministratori hanno mostrato tanta sensibilità nei confronti degli agricoltori che, appena saliti sul Comune, hanno eliminato l’Assessorato all’Agricoltura, presidio fondamentale per la tutela e lo sviluppo del settore agricolo; basta leggere tutte le delibere prodotte dalla Giunta da giugno ad oggi, ce ne fosse una che – pure per sbaglio – parli di agricoltura.

D’altronde i Signori vogliono farci credere di poter risollevare, come promesso, le sorti dell’agricoltura con un bel dibattito e poi magari – come ormai consueto – con una sana festicciola (per questo i soldi escono sempre), mentre non hanno capito o non vogliono capire che occorrono battaglie serie volte a restituire ai nostri agricoltori la speranza di un futuro migliore (si pensi allo sviluppo dei marchi di qualità, alla promozione di forme di aggregazione e collaborazione tra imprese agricole etc.).

Una amministrazione, questa, che vuole convincerci che quattro canzoncine e un paio di sagre, come fossimo in un villaggio turistico, risolvono tutti i problemi del turismo e del commercio ma non arriva a preoccuparsi di progettare niente (e sottolineo niente) di concreto sotto il profilo strutturale, infrastrutturale, ricettivo, della riqualificazione e promozione del territorio.

Un’amministrazione che continua a mantenere le tasse altissime come fossimo a Montecarlo offrendo  però servizi pessimi, che approva addirittura l’istituzione della quinta farmacia (la quarta, comunale, era stata “sudata” dalla precedente amministrazione) ma il tutto resta carta straccia, che bandisce concorsi sulla cui legittimità ed opportunità personalmente nutro seri dubbi, che dice di non avere soldi ma distribuisce incarichi costosi e talvolta inutili come fossero noccioline, che se ne infischia dei limiti di spesa imposti dalla normativa e volti a risparmiare denaro pubblico ed a valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, che non capisce la gravità dei rilievi della Corte dei Conti, che continua ad avvalersi di consulenze a pagamento vietate dalla legge, che firma un contratto facendo riferimento ad autorizzazioni del consiglio comunale mai emanate, che spesso distingue rigidamente i cittadini in amici e nemici regolando di conseguenza la propria disponibilità.

Un’amministrazione che assume a tempo indeterminato un tecnico qualificato per redigere “il piano del traffico urbano e scolastico”, come se fossimo a New York, scegliendo il più titolato in materia (l’unico nella relativa graduatoria provinciale), e poi – dimenticando che era stato assunto, senza concorso, per occuparsi del traffico – lo adibisce a ben altri incarichi per svolgere i quali bastavano i tecnici comunali o qualsiasi altro ingegnere o architetto e di sicuro non serviva la specializzazione in “trasporti” (ma soprattutto – verosimilmente – aggirando la legge, considerando che forse la selezione pubblica andava fatta tra tutti coloro, e sono tanti, che hanno il relativo titolo).

Un’amministrazione che aveva promesso di risolvere a tempo di record il problema della raccolta dei rifiuti dicendo di avere la soluzione in tasca (si sarà bucata la tasca ?).

Ci sarebbe poi da chiedersi se oltre a qualche simpatica gita fuori porta in occasione di fiere e roba del genere, sono mai andati questi signori a battere i pugni sui tavoli della Regione, della Cassa Depositi e Prestiti, dei Ministeri, per pretendere ed ottenere attenzione e risultati per Policoro.

La risposta è no, che non significa che non ci sono andati, ma che non si sono proprio posti il problema, impegnati come sono a giocherellare con consulte e commissioni varie e a far girare soldini con sagre, festicciole e piccole attività di marketing elettorale.

E non oso pensare alla totale mancanza di trasparenza e di programmazione, agli artigiani presi in giro, alle tematiche ambientali (anche l’assessorato all’ambiente lo hanno mandato a farsi benedire), al discutibile andamento dei lavori dei contratti di quartiere, ai due pesi e due misure che vengono puntualmente adottati a seconda che uno sfratto o il rilascio di un’area riguardi un amico o invece un avversario, un figlio o un figliastro.

E’ ormai passato quasi un anno dall’insediamento di questi giovani promettenti sui quali in tanti avevano riposto fiducia ed il bilancio politico, sotto gli occhi di tutti, è fallimentare.

Non credo che Policoro nella sua storia sia mai caduta così in basso.

Non vedo nell’operato della nostra Amministrazione nessun elemento di innovazione,  nessun sano entusiasmo, nessuna capacità di dialogo costruttivo con gli Uffici, in definitiva niente di significativo ma una grande involuzione e poi tanto fumo sapientemente venduto per arrosto.

Sono tuttora il primo ad essere convinto che ”sono bravi ragazzi”, e ad alcuni di loro sono legato da rapporti di amicizia e stima, ma credo che sia ormai chiaro che questo non basta neanche un po’ e soprattutto che la città è forse stanca di sentire questo antico ritornello che peraltro già in passato abbiamo ingoiato con i risultati ancora oggi sotto gli occhi di tutti.

Molti baldi giovani d’altronde sono “invecchiati” precocemente assorbendo a tempo di record le tristi movenze dei politici più navigati, gestendo con tranquillità e discrezione significative fette di potere e lasciando al contempo campo libero a chi, tra gli esperti, sa come funziona il mondo e le sue vecchie regole.

Non mi spendo sull’operato dell’esperto primo cittadino, sempre più confuso, nervoso e totalmente incapace di programmare alcunché di serio.

Credo sia giunto il momento in cui questa Amministrazione esca dalla casa di fango in cui si è nascosta, scenda dal piedistallo dell’ipocrisia e vada in strada a parlare con i cittadini e ad ascoltare i loro problemi, solo così potrà rendersi conto di aver contribuito a produrre, in un periodo già difficilissimo, un irreversibile stato di totale inerzia e di immobilismo socio – economico (tranne che per pochi fortunati)  e magari – anzichè progettare strategiche campagne acquisti di membri dell’opposizione – meditare di darsi seriamente ed una volta per tutte una seria scrollata o, in caso contrario, di andarsene velocemente a casa”.

Gianni Di Pierri

Policoro Futura

 

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