Crisi Policoro: La nota dell’Acli

Relativamente all’incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso l’hotel Hermes di Policoro ed alle successive “dimissioni tecniche” del sindaco Lopatriello le Acli di Policoro ringraziano quanti hanno voluto coinvolgere l’associazione nella discussione preliminare per la costruzione di un “laboratorio sperimentale” con la finalità di intraprendere un nuovo percorso politico centrista, moderato, cattolico e riformista per ricreare spazi di democrazia e di partecipazione cittadina che si erano persi in passato”.
Se così dovesse essere si apre uno spiraglio per il ritorno alla buona politica e viene data una chance a tutta l’area del cattolicesimo democratico che vuole contrastare il bipolarismo cattivo, fatto di scontri personalistici, la contrapposizione ideologica di uomini figli di ideologie non più esistenti, nel bene e nel male, il continuo sfregio alle istituzioni e all’ethos comune.
Ci sovvengono le parole di Papa Benedetto quando ha parlato a Lamezia Terme il 9 ottobre scorso, dicendo: “dobbiamo far scaturire una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”.
Ovviamente non si tratta di costruire, anche a livello locale, una coalizione di cattolici per i cattolici e neppure di mettere le basi per una alleanza definitiva in grado di prefigurare nuovi scenari politici su interessi corporativi; fondamentale è mettersi al servizio della nostra comunità, con dedizione e senza alcuna ingenuità.
Non per parlare di massimi sistemi, ma un segnale significativo di questa “voglia di centro”, si è potuto scorgere a Todi due mesi or sono dove è stato promosso il primo forum dei cattolici nel mondo del lavoro che non è stato né una rimpatriata di vecchi democristiani, come qualcuno sperava, né una riunione di congiurati, ma un convergere, forse ancor troppo spontaneo e poco strutturato, di uomini ed organizzazioni desiderosi di mettersi al servizio di un progetto nuovo, di rigenerazione politica. 
Molti vi hanno scorto un’anticipazione di quello che di lì a poco sarebbe nato, di quel Governo Monti in cui diversi relatori di quel convegno fanno ora parte.
Di vero c’è la tensione ideale e lo slancio verso una nuova progettualità, nonché la disponibilità dei cattolici a giocare un ruolo da protagonisti in questa rinnovata fase politica. Quindi sicuramente anche la nostra associazione locale intende partecipare alla costruzione di un progetto autenticamente innovativo per la città e per questo lancia un appello a tutte le forze moderate ed autonome che vogliono condividere un’azione “fuori dagli schemi precostituiti” che includa le risorse autentiche che sono presenti nella nostra comunità e che non vogliono più delegare a pochi la partecipazione alla vita politica e le responsabilità che devono sentire tutti i cittadiniE, sempre in riferimentoall’incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso l’hotel Hermes di Policorola situazione politica attuale non ci esime da alcune considerazioni che riteniamo presupposto fondamentale per la costruzione di un progetto autenticamente innovativo. 
 In primo luogo la convocazione “irrituale” da parte di esponenti politicamente navigati ma in questo momento inadatti a creare percorsi politici nuovi, con nuove energie; inoltre l’iniziativa politica si è configurata più come un’esigenza di tappare una falla venutasi a creare nella già precaria maggioranza, ai fini della sopravvivenza, e non come una svolta politica credibile, dove la connotazione del centro assumesse una dimensione centrale e non la fisionomia di un “prodotto tipico locale”.
Cosa attenderci allora? 
E, ancor più, cosa provare a costruire in questo tempo limitato ma prezioso che ci viene offerto per costruire un nuovo progetto.
Innanzitutto è possibile che in questa fase, soprattutto se Lopatriello riuscirà a superare la primavera, i partiti interessati conoscano ulteriori e profondi sconvolgimenti interni: scomposizioni e ricomposizioni, per usare una terminologia che nella nostra cittadina è linguaggio corrente; inoltre nel quadro delle alleanze locali non è possibile far persistere le contraddizioni rispetto ad un assetto più generale come può essere quello provinciale o regionale dove Api, Udc, Fli danno luogo ad alleanze organiche ad ogni livello.
Pertanto, per noi aclisti un progetto più fecondo, ma forse più difficile da realizzare, si riconosce nella proposta di costituire una nuova alleanza tra il centro e la sinistra moderata, basata sulla definizione di pari dignità tra i soggetti e sulla prospettiva di mettere in campo un nuovo riformismo che, muovendo dalla migliore tradizione del cattolicesimo e della cultura liberale, traghetti il territorio nel nuovo contesto, recuperando per la nostra cittadina una centralità che spetta di diritto.
Cattolici e laici potrebbero trovare nuovo spazio di azione comune andando a superare il rigido schema bipartitico e realizzando quindi il disegno del Partito Democratico “oltre i confini del partito stesso”, incapace ad oggi di dare cittadinanza dignitosa a tutte le sue componenti.
L’appello, quindi, è per una concertazione democratica delle cose da fare, con un intenso calendario di lavoro per i prossimi tempi, per le proposte da condividere e le persone da sostenere con metodi partecipati e democratici, che tengano conto dei criteri autenticamente trasparenti che sono gli unici elementi in grado di contrastare la disaffezione alla politica o addirittura la spinta alla “delega in bianco” che ha segnato il crescente dissenso della gente in questi ultimi tempi.
Solo così una luce diversa potrà illuminare la nostra città con riflettori nuovi e più forti!

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