Coronavirus: “nuovi ristori anche per la mobilità privata nella filiera del turismo”

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La Cna di Basilicata, nella figura del presidente Leonardo Montemurro, ha inviato una lettera al ministro del Turismo Massimo Garavaglia per l’inserimento del comparto della mobilità privata nella filiera del turismo ai fini della ammissibilità ai nuovi ristori.

A seguire il testo della missiva inviata dalla Cna al Ministro del Governo Draghi

“Pregiatissimo Ministro,

nell’esprimere i nostri migliori auguri di buon lavoro e la nostra soddisfazione per la Sua nomina a Ministro del Turismo volevamo sottoporre alla Sua cortese attenzione il particolare momento che la filiera turistica sta vivendo, considerata la sua rilevanza per l’intero sistema turistico ed economico nazionale.

Orbene, desideriamo segnalarLe come Le è già noto che nella suddetta filiera turistica, oltre alle strutture ricettive e agli altri operatori turistici, un posto di rilievo è occupato dal trasporto passeggeri esercitato mediante noleggio autobus con conducente.

Il trasporto mediante autobus, infatti, costituisce funzione fondamentale dell’intera filiera turistica, con riflessi immediati sull’economia del Paese e delle Regioni italiane. La “ricaduta” che la mobilità turistica svolta mediante autobus ha verso tutta la filiera, l’industria alberghiera, la ristorazione, le attività culturali, il pellegrinaggio religioso, ecc. è determinante. L’autobus, inoltre, svolge una funzione essenziale di supporto tra i luoghi di arrivo dei flussi turistici che si servono di altre modalità di trasporto (ferroviaria, aerea, marittima) e le località di destinazione.

Non può, quindi disconoscersi l’importanza di tale attività ove si consideri che essa si pone sia come integrazione agli altri settori del trasporto collettivo di persone, sia come supporto insostituibile del settore turistico che, rappresentando una delle maggiori e più redditizie attività economiche nazionali della Regine Basilicata, contribuisce in misura determinante al contenimento del disavanzo della bilancia commerciale del nostro paese e alla formazione del PIL.

Il trasporto turistico svolto mediante autobus svolge, inoltre, una funzione di supporto di fondamentale importanza ai fini della mobilità turistica in generale tanto da poter sostenere che non esiste viaggio organizzato che non utilizzi in qualche modo l’autobus come mezzo di locomozione (per l’intero viaggio, quale collegamento con stazioni ferroviarie, aeroporti, porti). Anche se mancano precise statistiche al riguardo, può affermarsi che il numero degli autobus impiegati in questo settore in tutto il Paese superi le diecimila unità con un fatturato annuo superiore ai 700 milioni di Euro.

Peraltro, le imprese che esercitano noleggio autobus con conducente sono prese in considerazione nel Codice del turismo di cui al D.lgs. 23 maggio 2011, n. 79, allorquando si fa espresso riferimento al “trasporto passeggeri”.

Infatti, le imprese che svolgono l’attività di trasporto passeggeri mediante noleggio autobus con conducente, disciplinato dalla legge n. 18/2003, sono a tutti gli effetti considerate parti integranti e complementari alle “imprese turistiche”, come definite dall’articolo 4 del suddetto Codice, Allegato 1, al D.lgs. 79/2011.

Esse, infatti, pur non rientrando “stricu sensu” nella definizione di “imprese turistiche” di cui all’art. 4, secondo cui “Ai fini del presente decreto legislativo sono imprese turistiche quelle che esercitano attività economiche, organizzate per la produzione, la commercializzazione, l’intermediazione e la gestione di prodotti, di servizi, tra cui gli stabilimenti balneari, di infrastrutture e di esercizi, compresi quelli di somministrazione facenti parte dei sistemi turistici locali, concorrenti alla formazione dell’offerta turistica”, rientrano nel suddetto Codice del turismo, specie al Titolo V, CAPO I del suddetto allegato 1 al D.lgs. 79/2011.

Innanzitutto, le imprese di trasporto passeggeri esercitato mediante noleggio autobus con conducente, concorrono in maniera preponderante alla realizzazione dei circuiti nazionali e internazionali a sostegno dell’offerta e dell’immagine turistica dell’Italia, previsti dall’art. 22 del suddetto Codice del turismo. L’autobus, infatti, è il mezzo di trasporto in assoluto più utilizzato nei circuiti previsti all’art. 22, comma 2, che sono: a) turismo della montagna; b) turismo del mare; c) turismo dei laghi e dei fiumi; d) turismo della cultura; e) turismo religioso; f) turismo della natura e faunistico; g) turismo dell’enogastronomia; h) turismo termale e del benessere; i) turismo dello sport e del golf; l) turismo congressuale; m) turismo giovanile; n) turismo del made in Italy e della relativa attività industriale ed artigianale; o) turismo delle arti e dello spettacolo.

Inoltre, il trasporto passeggeri rientra a tutti gli effetti nel Titolo V, CAPO I articoli 32 e 33, relativo ai “Contratti del turismo organizzato, CAPO I, Sez. I, relativa ai “Pacchetti e servizi turistici collegati”. All’art. 33 “il trasporto passeggeri è espressamente richiamato al punto 1) quale settore rientrante nella nozione di “servizio turistico” ai fini della formazione dei “servizio turistico integrato” per garantire i trasferimenti dei turisti ai fini della realizzazione dei pacchetti turistici, come definiti e disciplinati al successivo art. 34 dello stesso Codice del turismo, Allegato 1.

Per quanto sopra, nell’ambito della programmazione degli interventi finanziari che saranno previsti a favore del “turismo” non è possibile non tenere conto delle imprese che esercitano noleggio autobus con conducente.

In quasi tutte le Regioni italiane, Basilicata compresa, le imprese di noleggio autobus con conducente sono in grave difficoltà economiche per la gestione del personale dipendente, per le rate dei mutui e dei leasing da pagare, per il pagamento delle scadenze fiscali e contributive, per il pagamento delle spese fisse, se si considera che l’attività è per lo più stagionale e che vede il suo punto di forza proprio nei mesi da marzo a settembre, mesi in cui si svolgono le gite scolastiche, cancellate a causa della interruzione dell’attività didattica. Ed è proprio in questi mesi in cui le imprese riescono a far fronte alla maggior parte delle spese fisse aziendali relative a tutto l’anno. Se non si dovesse intervenire adeguatamente non si potrà evitare il collasso delle imprese con la conseguente espulsione definitiva dei lavoratori dipendenti e il coinvolgimento delle famiglie dei titolari”.

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