Coronavirus: “le imprese non possono pagare rifiuti non prodotti”

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L’Anci Basilicata in piena sintonia con l’Anci Nazionale sostiene con forza la necessità di risolvere il grave problema dei costi della Tari, la tassa rifiuti solidi urbani, che a seguito dell’emergenza Covid-19 rischiano di far saltare i bilanci comunali e mettere in ulteriore difficoltà tutte le imprese grandi e piccole.

A richiamare l’attenzione del Presidente della Regione Vito Bardi sul tema è stato martedì pomeriggio il Presidente dell’Anci Basilicata Salvatore Adduce nel corso della riunione dell’Unità di Crisi Regionale sul Coronavirus.

“Saremo in poco tempo davanti ad una vera e propria emergenza” ha detto Adduce.

Infatti, il 5 maggio scorso l’ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore ha definito i termini per affrontare le conseguenze dell’emergenza Covid 19 nel settore rifiuti limitando alla sola quota variabile le detrazioni possibili e ignorando che le norme prevedono che nella quota fissa siano assorbiti molti costi legati alla raccolta dei rifiuti. “E’ chiaro – ha detto il Presidente Anci -che conil blocco totale delle attività a causa del Coronavirus le aziende non hanno prodotto rifiuti. Ma tale situazione si prolungherà per un tempo non prevedibile proprio perché per la gran parte delle aziende si prospetta una riapertura a ranghi ridotti se non ridottissimi con conseguente caduta verticale della produzione di rifiuti”.

In questo quadro, come osserva opportunamente l’Anci Nazionale, non è immaginabile pensare di limitare le riduzioni per le utenze domestiche e non domestiche unicamente alla parte variabile della tariffa (o del corrispettivo) in quanto è noto che l’attuale metodo di determinazione delle tariffe prevede da sempre, a norma di legge, di addossare alla parte fissa della tariffa costi legati alla attività di raccolta e fortemente dipendenti dalla produzione di rifiuti. Inoltre, limitare le riduzioni unicamente al periodo di chiusura per effetto dei decreti, denota una visione burocratica e distaccata della realtà dei fatti: il rispetto delle misure di sicurezza per le imprese produttive e commerciali comporterà una minore produzione e certamente un minor afflusso di clienti per le attività rivolte al pubblico (basti solo pensare agli impatti sulle strutture turistiche e ai pubblici esercizi): fattori questi che determinano oggettivamente una minore produzione di rifiuti. Anche in questo caso il principio comunitario del “chi inquina paga” non viene rispettato e non vengono tutelate gli utenti che nei fatti produrranno meno rifiuti nella fase 2 e probabilmente nella fase 3. A tutto ciò in Basilicata si aggiunge il costo esagerato del conferimento dei rifiuti negli impianti.

A tal proposito l’Anci Basilicata torna a chiedere un incontro specifico agli Assessori Regionali Gianni Rosa e Francesco Cupparo anche per definire i tempi per l’assegnazione ai comuni dei fondi necessari a coprire il disavanzo che la situazione sta determinando.

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