Il comitato in difesa dell’Ospedale di Tinchi scrive a Papa Francesco

1501817_10202323812604279_2029461763_nSi rivolge a Papa Francesco, il Comitato in Difesa dell’Ospedale di Tinchi, per cercare di ottenere qualche risultato viste le ultime notizie provenienti dal Nosocomio Pisticcese.

“Santità,  – si legge nella lettera –

 

Questa lettera le viene da una “periferia” del Sud Italia, perché lei va verso le periferie del mondo.

Chi le scrive è il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Tinchi – Pisticci, nel Metapontino, nella regione Basilicata. Questa terra, l’hanno derubata dell’acqua, del petrolio, delle spiagge che Dio le ha donato. L’hanno criminalmente inquinata, l’abbandono di giovani senza futuro.

Di recente, il popolo ha respinto la creazione di un deposito di scorie nucleari nel proprio territorio.

Perdura la volontà che questa terra sia per sempre una “discarica” nazionale. Qui stanno bene soltanto i ricchi e i corrotti.

Il popolo metapontino è di antichissima tradizione cristiana. La diffusione del Cristianesimo a Metaponto, città di Pitagora, risale al II secolo a.c. ne fa fede la struttura planimentrica della Chiesa Paleocristiana di santa Pelagina, con annesso battistero, risalenti a quell’età. Ma questa realtà è ignorata e villipesa. La chiesa attuale, locale, non è dalla parte dei poveri. La politica, la giustizia, le istituzioni “dominano”; sono “allergiche” ai bisogni della gente comune.

C’è la mafia, che però opera “senza clamore”, e persegue le stesse finalità della mafia più potente.

Santità, – conclude – vogliono chiudere l’Ospedale di Tinchi, unico bene pubblico sopravvissuto nel territorio, difeso dal Comitato da quasi cinque anni di lotta impari. Di questa chiusura, che il popolo respinge, non danno spiegazioni: essa nasconde intrighi, interessi, responsabilità. Il popolo non conta!

In compenso, abbondano le feste, le frivole celebrazioni, i restauri delle chiese e dei palazzi vescovili. La Fede è spenta; la Carità si millanta; la speranza è morta.

Santità, benedica questo Comitato “ribelle”. Esso si rivolge a lei, perché al sud, come in Italia al tempo delle invasioni barbariche, il papa è punto fermo, guida, in assenza di pubbliche autorità credibili e garanti.

Santità, non ci lasci soli in questa “infelice” periferia.”

 

 

 

 

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