Alluvione: Il Comitato in Difesa delle Terre Joniche inizia lo sciopero della fame


Inizieranno lo sciopero della fame venerdì i membri del Comitato in Difesa delle Terre Joniche, nato spontaneamente dopo l’alluvione del primo marzo scorso. 
“Da venerdì mattina – si legge in una nota – siamo in sciopero della fame e non smetteremo fino a quando non avremo l’ordinanza di nomina del commissario, perché con i poteri straordinari intervenga con una prima parte anche minima di finanziamenti e si avviino, finalmente, le risposte”
Lo sciopero della fame avverrà sia a Serramarina sia a Ginosa Marina e i membri del Comitato che lo effettueranno vivranno continuativamente senza cibarsi fino a quando non ci saranno risposte certe.
“Una manifestazione contro l’arroganza di chi fa finta di non vedere lo stato in cui siamo – continua la nota – e cerca ogni scusa per non assumersi le sue responsabilità opponiamo la nostra dignità di chi non ha colpe ma chiede diritti ai risarcimenti e ad un territorio in sicurezza.
Dopo quasi cinque mesi senza risposte, con una legge confusa ed inapplicabile entrata in vigore il 26 febbraio scorso che obbliga le regioni a pagarsi i costi dei disastri naturali, imponendo loro di alzare le tasse ai propri cittadini, mentre è in corso un conflitto fra le Regioni ed il Governo che lascia i cittadini impotenti e senza soluzioni.
Dopo le espressioni di solidarietà e gli impegni dei parlamentari di maggioranza ed opposizione, che avrebbero dovuto agire sulla Finanziaria con misure correttive capaci di rimediare alle responsabilità della politica ma che non si sono realizzate per la “blindatura” del testo della finanziaria. 
Dopo la disponibilità delle Regioni ad intervenire anche finanziariamente, se si rimuovono gli ostacoli normativi del patto di stabilità ed il Governo Nazionale garantisce le ulteriori risorse necessarie
Adesso non c’è più nessun motivo per non dare risposte ai cittadini colpiti dagli eventi del 1° Marzo.
Sarebbe intollerabile – conclude il comitato – e colpevole ogni altro ritardo con il territorio devastato e le prossime piogge che potrebbero produrre nuovi ben più gravi danni e le famiglie colpite in ginocchio senza alcuna ipotesi di risarcimento. I cittadini, gli eletti e le istituzioni lucane e pugliesi si stringano a loro.”

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