Tiene ancora banco il caso Elisa Claps.
E’ di poche fa la notizia che è slittato ancora di qualche settimana – e avverrà probabilmente entro la fine del prossimo mese di febbraio – il deposito della perizia genetico-forense sui reperti acquisiti nel corso dell’inchiesta sull’omicidio della studentessa potentina, scomparsa nel 1993 e il cui cadavere è stato ritrovato il 17 marzo dello scorso anno nel sottotetto della Chiesa della Trinità del capoluogo.
L’indagine sul Dna è stata affidata lo scorso otto ottobre dal gip di Salerno Attilio Franco Orio a due ufficiali dei carabinieri – il tenente colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, e il maggiore Andrea Berti, comandante della sezione biologica del Ris di Roma – i quali hanno chiesto ed ottenuto un differimento del termine per il deposito della loro perizia collegiale.
E proprio il caso Claps ha riportato alla cronaca anche l’annoso problema della libertà di stampa.
Ricordiamo infatti che il cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, Fabio Amendolara, è stato indagato dalla procura di Salerno per aver pubblicato notizie giudicate segrete dai magistrati.
E abbiamo sentito sul caso Amendolara e sulla salute della stampa lucana, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Basilicata, Mimmo Sammartino.