Monsignor Vincenzo Carmine Orofino è il nuovo vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro

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Sarà monsignor Vincenzo Carmine Orofino il nuovo vescovo della diocesi di Tursi Lagonegro.

La notizia della nomina da parte di Papa Francesco è stata comunicata nella mattinata di giovedì dalla Sala Stampa Vaticana per essere poi  letta alle ore 12 nella Sala Conferenze “Benedetto XVI” della Cattedrale di Tursi e ripresa dal sito della diocesi.

È stato l’amministratore diocesano monsignor Francesco Sirufo a leggere il biglietto di nomina papale al Collegio dei Consultori, agli officiali di Curia, ai rappresentanti del clero diocesano e dei fedeli laici, al sindaco di Tursi.
“Sfolgora il sole di Pasqua, esulti di gioia la terra. Alleluia! – recita l’annuncio – Cristo risorto, tramite Sua Santità il Papa Francesco, ha scelto il nuovo Pastore per la comunità diocesana di Tursi–Lagonegro. Dallo Jonio al Tirreno la Diocesi “dei due mari” esprime letizia e gratitudine al Signore per il dono di S.E.R. Mons. Orofino, generato come degnissimo figlio e adesso accolto come amatissimo Padre”.
Lo stesso annuncio è stato letto anche nella cappella dell’Episcopio di Tricarico, diocesi di provenienza di monsignor Orofino.
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Si interrompe così un’attesa che durava da circa un anno, da quando monsignor Francesco Nolè, ultimo vescovo della diocesi, è stato destinato a ricoprire l’incarico di arcivescovo di Cosenza.

Monsignor Vincenzo Carmine Orofino lascia così la sede vescovile di Tricarico, che reggeva dal 2004, per passare a quella di Tursi – Lagonegro, molto più grande sia in termini territoriali che demografici.

Monsignor Orofino è nato a San Severino Lucano (diocesi di Tursi) 1’8 luglio 1953. Entrato nel Seminario di Potenza, ha completato gli studi liceali al Seminario di Salerno ed è stato alunno dell’Almo Collegio Capranica mentre studiava Teologia all’Università Gregoriana. Si è licenziato in Teologia Dogmatica all’Università Lateranense.

E’ stato ordinato sacerdote il 4 ottobre 1980 per la diocesi di Tursi-Lagonegro dove è stato dal 1980 al 1982 Vicario parrocchiale di “S. Giacomo” in Lauria ed Incaricato della Pastorale giovanile a Lauria, mentre nel 1981 è stato eletto Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori. Dal 1982 al 1983 è stato Vicario cooperatore di “Maria SS. della Visitazione” a Senise e dal 1982 al 1989 Direttore della Commissione vocazionale diocesana. Nel 1982 ha iniziato la sua attività di Docente di Teologia presso l’Istituto di Scienze religiose e nel 1983 ha fatto parte per un decennio della Commissione sacerdotale regionale.

Nel 1983 è stato nominato Parroco della “B. V. Maria dell’Abbondanza” e “Maria SS. del Carmine” a S. Severino Lucano, coordinando le attività pastorali di “Maria SS. degli Angeli” e del Santuario “Maria SS. del Pollino” ed è stato incaricato dell’assistenza spirituale dei giovani universitari a Potenza. A questi incarichi ha aggiunto la direzione dell’Ufficio Missionario diocesano, dal 1989-1996, e l’insegnamento di Teologia all’Istituto Teologico Interdiocesano di Potenza, dal 1992, dove è stato Redattore della rivista teologica. Dal 1993 al 1997 è stato Vicario episcopale e Moderatore di Curia e nel 1999 è stato designato come Membro della Commissione Regionale Scuola, Università e Cultura. Nel quinquennio 1996-2001 è stato Direttore della Consulta diocesana per i laici. Dal 1997 al 2004 è stato Vicario Generale di Tursi-Lagonegro.

Il 20 marzo 2004 è stato eletto alla sede vescovile di Tricarico ed è stato ordinato Vescovo il 15 maggio 2004.

In seno alla Conferenza Episcopale Italiana è Segretario della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute. Inoltre è Membro della Presidenza di Caritas Italiana.

Di seguito il testo del messaggio indirizzato dal vescovo alla sua nuova diocesi

“Amiche e amici carissimi, ben ritrovati!

Il 15 maggio 2004, numerosi, mi avete accompagnato nella nobile e diletta Comunità di Tricarico, alla quale va la mia riconoscente gratitudine per l’affetto con cui mi ha accolto,accompagnato e seguito in questi densi e felici anni di ministero episcopale.

Ora il Signore, buono e misericordioso, mi chiede di essere il “Pastore” vostro – Comunità che mi ha generato alla fede – per farmi “collaboratore della vostra gioia” (2Cor 1,24). Sono partito da figlio, vi ritorno da padre. Un raro privilegio! Una profonda emozione! Una traboccante gioia! Una tenera carezza di Dio alla mia vita di uomo e di vescovo! La mia venuta tra voi appartiene alle cose “semplici”, “normali” ed “essenziali” della vita della Chiesa, a quegli eventi espressivi di affetti veri che si vedono bene “solo con il cuore” perché sono invisibili agli occhi.

Mi sento un figlio prediletto e tanto amato dalla Trinità santissima, alla quale innalzo un inno di lode, di supplica e di ringraziamento per avermi scelto, consacrato e mandato a essere suo testimone nel mondo. Un figlio felice di poter continuare l’opera dei suoi “padri” – penso soprattutto ai miei vescovi/predecessori mons. Talucci e mons. Nolé, dei quali ho avuto l’onore di essere stato stretto collaboratore – per continuare a guidarvi verso la meta alta della santità.

Vengo per tutti voi. Proprio tutti, senza esclusioni o preferenze: poveri e ricchi, ammalati e sani, felici e tristi; anziani e giovani; fedeli laici, religiose e religiosi, diaconi e presbiteri. Vengo per “stare” con voi e condividere le gioie e i problemi di ciascuno e di tutti. Papa Francesco – al quale va il mio pensiero filiale, devoto e grato – mi manda per camminare con voi, «a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro»: davanti, per guidarvi; in mezzo, per incoraggiarvi e sostenervi; dietro, per tenervi uniti e non perdere nessuno.

Vengo perché – nell’unico e ininterrotto cammino ecclesiale – possa spendere le mie energie fisiche e spirituali per accompagnare ciascuno di voi alla piena maturità di fede, custodendovi e riannunciandovi con gioia la persona e il messaggio liberante di Gesù Cristo. Solo l’incontro vivo e attuale con il Signore risorto può cambiare, e cambia veramente, la vita delle persone, donandole «un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI, DCE,1). Per questo il programma della Chiesa – ci ha insegnato San Giovanni Paolo II – «si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria e trasformare con lui la storia, fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste» (NMI, 29).

Vengo perché la vita della nostra cara diocesi possa continuare a essere una rigogliosa Pentecoste: casa e scuola di comunione vera, essenziale e creativa. Quella comunione che è armonia sinfonica, che rende liberi, che accoglie tutti, che non pretende niente e non giudica nessuno, che esalta i carismi, le attitudini e la storia di ognuno. Il Signore ci liberi dalla tentazione di “correggere” lo stupore della fede con l’attivismo invadente e ci accompagni con il suo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento. Ci sia di sostegno e di conforto l’intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, e dei nostri santi Patroni”.

Immagini tratte dai siti della diocesi di Tursi – Lagonegro e di Tricarico.

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