“Il mondo agricolo attende risposte, non si può morire per 30 euro al giorno”

braccianti agricoltura

“La morte del bracciante De Marco, avvenuta all’ospedale San Carlo, insieme alla notizia di qualche giorno fa diffusa dalla Direzione Territoriale del Lavoro della Basilicata rispetto all’esito di alcuni accertamenti eseguiti nelle campagne della fascia jonica, ci consegnano un quadro fosco di ciò che accade nel settore primario”.

A scriverlo è Marcella Conese, segretario generale della Flai Cgil Matera.

“Fenomeni conosciuti nei minimi particolari grazie alle denunce del sindacato – aggiunge Conese – alle inchieste stampa, agli accertamenti degli organi competenti, ma pur sempre fenomeni striscianti che non si riesce a contrastare e ad eliminare del tutto.

Se su 20 aziende controllate, 17 sono risultate irregolari a vario titolo; se su 98 lavoratori, 35 sono risultati irregolari o a nero, significa che siamo di fronte ad una situazione “recuperabile” solo attraverso una risposta dura dello Stato, con interventi legislativi finalizzati a regolare il mercato del lavoro in agricoltura e ad istituire un regime periodico di controlli più adeguato di quello attuale.

L’introduzione, anche in agricoltura, di nuove forme di lavoro, come i contratti in somministrazione, non hanno fatto altro che aggravare le condizioni di lavoro e salariali dei braccianti.

Da questo punto di vista, sarebbe utile indagare anche su quali siano i rapporti tra le agenzie di somministrazione di manodopera e la rete dei caporali esistenti sul territorio interregionale, per tentare perseguire quel pezzo di criminalità organizzata che si infiltra subdolamente e produce uno smisurato volume di affari illegale.

Il lavoro agricolo attende risposte, perché non si può morire per 30 euro al giorno, stroncati dal caldo e dalla fatica, perché non si può lavorare per 10 ore consecutive in tendoni infuocati per ingrassare le agro mafie o i caporali, perché non è più tollerabile la percentuale di evasione contributiva e fiscale registrata nel settore”.

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