Migliaia i lucani a sostegno della campagna Coldiretti “Stop al cibo anonimo”

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Oltre sei mila firme sono state raccolte da Coldiretti Basilicata nelle  20 piazze lucane per il rush finale di “Stop Cibo Anonimo”, la campagna di raccolta firme che chiede all’Ue di introdurre l’obbligo di origine nelle etichette.

Banchetti sono stati organizzati nei due capoluoghi di provincia Potenza e Matera, e poi  Rotonda, Sant’Arcangelo, Calvello, Marsicovetere, Avigliano, Melfi, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Oppido, Tolve, Policoro, Scanzano Jonico, Stigliano, Pisticci, Ferrandina e Rotondella.

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“Sono stati tanti i cittadini che hanno voluto  sostenere la battaglia di Coldiretti e fondazione Campagna Amica  – ha spiegato il presidente della confermazione agricola lucana, Antonio Pessolani – e difendere la salute dei consumatori, valorizzare l’agricoltura italiana e far cambiare finalmente in Europa le politiche sulla trasparenza di quel si porta in tavola. Purtroppo sono moltissimi i prodotti che non riportano obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini. La petizione vuole chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti vede il coinvolgimento di altre organizzazioni europee, dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ONG svedese)”.  Per Pessolani  “si tratta di un vero e proprio fronte europeo per la trasparenza che punta a raccogliere un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione entro il 2 ottobre prossimo. La posta in gioco è alta, in quanto per la prima volta vi è la possibilità di invertire la tendenza e spingere la Commissione Ue a valorizzare l’origine dei prodotti agricoli e garantire trasparenza nelle scelte di acquisto dei cittadini e un giusto reddito agli agricoltori”.

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