Le diocesi di Matera e Tursi Lagonegro tra i beneficiari dell’avviso pubblico recupero e distribuzione eccedenze alimentari

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Con determine a firma della dirigente generale del Dipartimento Attività Produttive Maria Carmela Panetta, in applicazione dell’Avviso Pubblico “Manifestazione di interesse Sistema regionale di recupero e distribuzione eccedenze alimentari e non”, sono state liquidate a titolo di anticipazione il 50% delle risorse finanziarie assegnate a due delle quattro associazioni ammesse ai contributi. Nello specifico al Progetto Magazzini Sociali Solidarietà Circolare – Soggetto Capofila Io Potentino Onlus € 110.563,58 e al Progetto denominato “Cibus – Cibo Recuperato Valore per La Comunità” – Soggetto Capofila Caritas diocesana Matera Irsina € 58.650,00. Altri due progetti sono in fase di attuazione: “Four F- Food For Future Family” – soggetto capofila Cestrim per il Vulture-Alto Bradano e “Aggiungi un posto a tavola”, soggetto capofila Diocesi Tursi-Lagonegro per i Comuni rientranti nella Diocesi.

Il finanziamento complessivo dei quattro progetti è di circa 569 mila euro a cui si aggiungono 300 mila euro per sostenere le azioni della Caritas Regionale e di altre organizzazioni assistenziali impegnate nella distribuzione di pasti, medicinali, di assistenza alle persone in difficoltà economica e agli anziani soli, nella fase di emergenza Covid-19. In questo caso sono stati delegati alla Conferenza Episcopale di Basilicata i compiti del trasferimento e della individuazione delle modalità di riparto secondo collaudati criteri di equità delle risorse da attribuire alle singole Caritas Diocesane della Basilicata.

L’assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo evidenzia che “la Regione, nell’ambito delle proprie politiche, volte alla promozione delle fasce più deboli della popolazione e al sostegno della riduzione degli sprechi, ha dettato una disciplina di riconoscimento, valorizzazione e promozione dell’attività di solidarietà e beneficenza, di recupero e di distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari a favore delle persone in stato di povertà o grave disagio sociale. Per questa emergenza in termini di povertà, acuita dalla pandemia, abbiamo lavorato a creare un vero e proprio sistema regionale organizzato, condiviso e partecipato, di recupero e distribuzione di eccedenze alimentari e non a favore delle persone in difficoltà economica residenti nel territorio lucano”.

In attuazione della LR 26/2015 è stata istituita una cabina di regia che ha definito un apposito piano di interventi. Il piano d’attuazione prevede, da un lato, nell’ottica di una forte interconnessione dei differenti servizi sociali l’implementazione in ogni ambito Socio – Territoriali di Zona (A.S.Z.) e preferibilmente nel suo comune capo zona, di un Centro Logistico Eccedenze (C.L.E.) ovvero un punto fisico di raccolta, stoccaggio e smistamento ai beneficiari delle eccedenze raccolte. Parallelamente, dall’altro, l’implementazione ed il sostegno operativo al S.I.E. (sistema informativo eccedenze), ovvero l’insieme di tutte le informazioni necessarie al raggiungimento degli scopi attutativi della L.R., l’insieme degli strumenti e dei sistemi informatici nonché delle risorse umane utili alla raccolta, gestione e rendicontazione delle predette informazioni. In via residuale ma solo rispetto alla previsione di spesa e quindi alle risorse destinate, il piano prevede il supporto ad iniziative che perseguano scopi coerenti con la finalità della legge regionale.

“Solo in riferimento agli sprechi alimentari – aggiunge Cupparo – l’Italia “butta via” 12,6 miliardi, L’eccedenza alimentare è il cibo che viene realizzato, trasformato, distribuito o preparato per il servizio ma che non viene consumato. Anche in questo caso la maggior parte dell’eccedenza (57%) viene generata dagli attori economici della filiera dal settore primario a quello della ristorazione. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, nel nostro Paese si producono 5,59 milioni di tonnellate di eccedenze nella filiera agro-alimentare, ovvero circa un sesto di quanto viene consumato. Di questa enorme quantità di cibo solo 480 mila tonnellate vengono attualmente recuperate. Lo scenario non cambia in riferimento ai prodotti non food, come i farmaci, l’abbigliamento nonché le attrezzature di vario genere. La nuova normativa nazionale in termine di lotta allo spreco alimentare L.166/16 e s.m.i., ha riorganizzato con efficacia il quadro normativo di riferimento che regola le donazioni degli alimenti invenduti con misure di semplificazione, armonizzazione e incentivazione, e soprattutto ha stabilito le priorità del recupero di cibo da donare alle persone più povere. In Regione, i numeri ufficiali, parlano di circa una famiglia su quattro che vive in condizione di povertà. A confermare questo dato, i circa 10.000 residenti ammessi al programma “reddito minimo d’inserimento”. Dalle prime azioni di recupero e distribuzione eccedenze alimentare effettuato da enti associativi lucani – conclude l’assessore – risulta molto confortante il risultato della raccolta e della partecipazione dei diversi soggetti coinvolti”.

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