Trivellazioni: Il Ministero scrive alla Appennine Energy srl

trivellePrimo importante risultato ottenuto dalle associazioni in forza al “Comitato No Triv Jonio” e dalle amministrazioni comunali della costa ionica sulla vicenda legata alle richieste di permesso di ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio. Con una lettera inviata alla Appennine Energy srl, inoltrata in questi giorni anche al Comune di Policoro, il Ministero dell’Ambiente sollecita la società ad aggiornare lo Studio di Impatto Ambientale relativa alla richiesta “d148 D.R. – CS”, pena la non conclusione dell’istruttoria. Tale comunicazione fa seguito ad una serie di chiarimenti che l’Amministrazione Comunale ha chiesto agli uffici ministeriali, sollevando il problema della mancanza di aggiornamento del SIA (Studio di Impatto Ambientale), rilevato anche in sede di presentazione delle osservazioni, inviate lo scorso 4 gennaio. “E’ un primo passo importante verso l’archiviazione dell’istanza di VIA da parte della Appennine: le compagnie petrolifere non possono pensare di deturpare i territori, riproponendo persino studi vecchi e non aggiornati”.Esprime soddisfazione il Sindaco della Città di Policoro, Rocco Leone, che lo scorso 4 gennaio ha firmato le osservazioni corredate di ben 11 allegati, tra cui il “Protocollo di Herackleia” stipulato lo scorso 17 dicembre con i Comuni di Puglia, Basilicata e Calabria, in occasione della manifestazione “No alle Trivelle sullo Jonio” organizzata proprio nella Città di Policoro. Intanto anche  “Il Consiglio comunale di Rotondella, nella seduta di ieri, facendo seguito anche ad una precedente delibera di GM ha espresso, con voto unanime, – si legge in un comunicato –   parere sfavorevole alle istanze presentate dalla Shell Italia E&P Spa per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in riguardo alle perforazioni da effettuare nel Mar Jonio, in quanto le indagini previste nel determinare gravi danni alla risorsa mare nel suo complesso, risulterebbero anche estremamente rischiose “per le acque marine e le coste a causa dell’utilizzo di sostanze chimiche utilizzate” oltre al fatto che le stesse produrrebbero, nell’immediato, danni irreparabili all’economia della fascia jonica lucana basata sul turismo balnerare, sull’agricoltura di qualità e sulla fruizione di beni naturalistici come ad esempio la zona SIC della foce del fiume Sinni”.

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