Riordino Province:la proposta del Consiglio

Il Consiglio regionale, riunitosi oggi, ha licenziato in tarda serata a maggioranza (15 voti favorevoli di Pd, Gruppo Misto, Udc, Mpa, Ial, Sel, Api e Psi, 8 voti contrari di Pdl e Pu, 1 astensione del consigliere Straziuso -Pd) un documento con il quale propone, come deliberato dalla Conferenza permanente delle Autonomie Locali di Basilicata in merito al riordino delle Province e loro funzioni (art. 17 del Decreto Legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito con modificazioni dalla legge di conversione 7 agosto 2012 n. 135), il mantenimento delle due province nel territorio della regione Basilicata e in subordine “di valorizzare le due città già capoluogo di provincia, consolidando e sviluppando nella città di Potenza il ruolo di capoluogo regionale e di riferimento principale delle articolazioni periferiche dello Stato, ed investendo la città di Matera del ruolo di capoluogo provinciale della provincia denominata ‘Provincia unica di Lucania’, comprensiva di entrambe le attuali province, anche sulla base di un’intesa fra le due città, chiedendo di aprire con il Governo una fase concertativa in ordine alla riorganizzazione della presenza dello Stato e delle sue articolazioni nel territorio regionale, dando mandato al Presidente della Regione riferendone al Consiglio regionale di intraprendere ogni iniziativa utile a tale scopo; auspica, pertanto, che le due città capoluogo, Potenza e Matera sviluppino un sereno e serio confronto diretto ad un accordo, nello spirito del comma 4 bis dell’art.17 della l.n. n.135/2012, che concorra a rafforzare l’unità e la coesione territoriale e sociale dell’intero territorio regionale.

Secondo quanto dettato dall’art. 17 della L. 135/2012, la proposta approvata dal Consiglio regionale dovrà essere trasmessa al Governo entro il 23 ottobre 2012. Il Governo provvederà, poi, con atto legislativo al riordino delle province sulla base delle proposte regionali.

L’Assemblea, successivamente, ha approvato a maggioranza (16 voti favorevoli di Pd, Gruppo Misto, Udc, Mpa, Ial, Sel, Api, Pu e Psi, 1 voto contrario del consigliere Venezia -Pdl e 5 astensioni dei consiglieri Castelluccio, Napoli, Pagliuca, Sarra –Pdl e Straziuso -Pd) un ordine del giorno collegato con il quale il Consiglio regionale, tenuto conto dell’articolato dibattito sul riordino delle province riafferma “la necessità di dare ulteriore impulso al coinvolgimento dei territori nel sistema di governance regionale attraverso unità politico-amministrative di area vasta, con proiezione istituzionale e democratica”.

Sono intervenuti nel dibattito il presidente della I Commissione consiliare (Affari Istituzionali) Santochirico (Pd) e i consiglieri Mattia, Venezia, Napoli e Pagliuca (Pdl), Navazio (Ial), Romaniello (Sel), Autilio (Idv), Vita (Psi), Scaglione (Pu), Singetta (Api), Straziuso, Restaino, Braia (Pd), Mollica (Mpa). Le conclusioni sono state affidate al presidente della Giunta regionale Vito De Filippo.

Successivamente l’Assemblea ha approvato all’unanimità una proposta di legge al Parlamento di iniziativa dei consiglieri Navazio (Ial) e Mollica (Mpa) sulla “Modifica dei criteri di revisione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”.
Così come prevede l’art. 121 della Costituzione, le Regioni possono fare proposte di legge alle Camere, e in questo caso si chiede di modificare alcune parti della legge n. 148/2011 che ha conferito la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. A parere dei proponenti nel definire i criteri di riordino, il legislatore “ha sottovalutato gravemente l’incidenza che i presidi giudiziari hanno sul territorio al fine di garantire la presenza dello Stato”. Gli emendamenti proposti alla legge delega servono, inoltre, a dettagliare in maniera più puntuale le norme, proprio al fine di non lasciare all’interpretazione più o meno restrittiva delle stesse, l’azione legislativa del Governo. Tre gli obiettivi principali del progetto legislativo: garantire che fra i criteri di revisione della geografia giudiziaria abbiano priorità “la salvaguardia del presidio territoriale dello Stato, tenuto conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio, della carenza dei collegamenti stradali e ferroviari all’interno delle circoscrizioni di riferimento e del tasso di criminalità organizzata”; estendere la facoltà data ai Comuni di farsi carico degli oneri di funzionamento degli uffici del giudice di pace, di sostenere le spese relative ai costi degli edifici giudiziari in luogo del Ministero della Giustizia al fine di garantire la permanenza del tribunale e delle sezioni distaccate nel proprio territorio; specificare che il criterio di individuazione dei distretti di Corte d’Appello deve essere basato sul numero minimo di tre tribunali e di una sezione distaccata.

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