Referendum: la riflessione sul raggiungimento del quorum nel Metapontino

Acqua e nucleare. 
Due dei quattro quesiti referendari e due tra i temi più cari alla Basilicata.
Il dato che emerge all’indomani dello spoglio delle schede di coloro che si sono recati alle urne in questa campagna referendaria, è soggetto a varie interpretazioni, oltre che di riflessioni. 
Nel Metapontino Pisticci ha avuto la più alta percentuale di votanti, con il 56,69%.
Policoro, invece, per una manciata di voti non ha raggiunto il quorum, attestandosi al 49.96%; eppure i policoresi, nel 2003, scesero in massa a sostegno dei vicini scanzanesi, quando l’allora Governo Berlusconi aveva pensato di trasformare la cittadina jonica nella pattumiera d’Italia.
 Forse anche la stessa Scanzano avrà dimenticato le sue ormai famose “15 giornate”, se ha raggiunto il quorum per poco, con il 53.31%. 
Suscita maggiore riflessione, invece, il risultato raggiunto tra i cittadini di Rotondella, attestatosi al 43.41%, confermandosi uno dei centro del materano dove si è votato di meno, insieme ad Accettura, Aliano, Colobraro e Garaguso. Altro tema caldo per la Basilicata, è quello della gestione dell’acqua, bene primario per eccellenza, di cui la terra lucana ne è ricca insieme al petrolio.
 Il grande passo verso la gestione pubblica dell’acqua, i lucani l’hanno compiuto, con il raggiungimento del quorum; resta forse la necessità di istituire un vero ed proprio piano di tutela delle acque con una legge regionale ad hoc, capace di avviare quella programmazione seria ed oculata del bene prezioso, magari evitando sprechi, e concentrando energie economiche con la riqualificazione delle condotte idriche, spesso vecchie e fatiscenti, scongiurando il pericolo di dispendio della risorsa.

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