“Rafforzare le sinergie a livello tecnico con i produttori di fragole francesi e spagnoli”

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“Rafforzare le sinergie a livello tecnico con i produttori spagnoli e francesi al fine di ridurre anche il ricorso a principi attivi”. E ‘ il commento di Francesco Nicodemo, coordinatore del Comitato di Prodotto Fragola e rappresentante Italia Ortofrutta Unione Nazionale, nel corso dell’incontro del Gruppo di Contatto che si è svolto a Scanzano il 2 marzo.

“E’ importante intervenire – ha aggiunto Nicodemo – affinché sia standardizzato l’utilizzo di fitofarmaci fra tutti gli Stati membri. Fenomeno da contrastare, pertanto è strategico armonizzare i procedimenti di controllo e garantire il rispetto delle dichiarazioni di origine”. Quanto alle norme comunitarie che regolano la commercializzazione ha puntualizzato: “Non bisogna cambiarle nella direzione di renderle più flessibili come accade per altri prodotti, altrimenti si andrebbe verso un ribasso degli standard qualitativi compromettendo la salubrità delle produzioni stesse”.

Federico Nicodemo (Frutthera srl, filiale commerciale di Asso Fruit Italia) ha fatto il resoconto della stagione 2015 e illustrato le proiezioni per il 2016.

“La stagione 2015 si è conclusa positivamente benché ci sia stato il crollo generalizzato dei consumi. Tuttavia è chiaro che anche nei momenti in cui il consumatore dispone di redditi inferiori, acquista meno frutta, ma quella che compra come, dimostra il caso delle fragole, è di alta qualità. Segno, questo, che puntare sull’innovazione ripaga gli sforzi”.

In merito alla stagione 2016, Federico Nicodemo ha prospettato: “si difende bene il Sud dove le superfici dedicate alla fragola sono in crescita del 7%, vale a dire in termini numerici 210 milioni di piantine e 3521 ettari. Lieve rallentamento invece al Nord. Benissimo la Basilicata che ha registrato un +150 ettari diventando di fatto il maggior produttore di fragole in Italia. Risultato conseguito grazie all’impegno dei nostri produttori. La produzione maggiore in Basilicata è quella di Candonga, pressappoco l’80% degli 850 ettari complessivi”.

Infine, sull’impiego dei principi attivi, ha aggiunto: “rendere omogenee le regole scoraggiando le importazioni di prodotti che vengono da Paesi che non osservano le disposizioni predisposte in materia. L’Europa deve mettere in atto tutte le misure necessarie affinché il mercato non sia inquinato dalla presenza di frutta e verdura che non rispettano le regole e sia così tutelato il consumatore”.

Giampiero D’Onofrio, agronomo C.J.O. del Gruppo Salvi, ha parlato dell’impiego della cloropricrina, “disinfestante utilizzato largamente in tutti i paesi produttori di fragole per la disinfestazione dei suoli. Attualmente è utilizzato in deroga e l’Inghilterra, in qualità di paese relatore, sta valutando l’opportunità di inserire la cloropricrina in maniera definitiva nell’allegato 1 che comprende tutti i prodotti che non necessitano di deroga. Sapremo gli esiti entro il 2017. Fino ad allora si va avanti con le deroghe per determinati prodotti e in determinati periodi”.

Rispetto alla fragolicoltura italiana ha aggiunto: “Ha fatto dei passi avanti in Italia nel senso che ha privilegiato la qualità anziché le superfici”.

Sui prezzi francesi, in alcuni casi decisamente più alti, ha commentato: “I francesi consumano le fragole nazionali ed è così per storia e tradizione. Noi abbiamo un modello di vendita e quindi di prezzi molto diversi”.

“Confronto positivo, il dato della Basilicata – ha detto Andrea Badursi, direttore generale di Asso Fruit Italia – che si è attestato come primo produttore in Italia, ripaga gli sforzi fatti nella direzione della qualità, della sostenibilità e dell’innovazione. La fragola della Basilicata è quella che il consumatore vuole, perché risponde alle aspettative di chi cerca un prodotto che abbia un’origine ben determinata e sia espressione reale dell’idea di benessere e salute. Chiaro che i produttori vedono riconosciuti i loro sforzi, altro obiettivo strategico per le sorti del settore.

Importiamo prodotti che vengono da zone come il Nord Africa per esempio che hanno un alto contenuto di anti-parassitari, il cui utilizzo è in alcuni casi addirittura vietato in Italia, allo stesso tempo a nostra volta non possiamo esportare in questi paesi i nostri prodotti se impiegassimo gli stessi anti-parassitari. Resta che abbiamo qualità elevata e dobbiamo essere più attenti a saperla trasmettere”.

Foto Gianluca Pizzolla, ufficio stampa Coordinatore comitato Fragola e Asso Fruit Italia.

 

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