Presunte tangenti a Policoro:13 arresti

Arresti domiciliari per il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, e altre dodici persone, indagati con l’accusa di concorso in corruzione aggravata, nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Matera su presunte irregolarità nella gestione di lavori per la realizzazione di impianti di nuovo tipo della pubblica illuminazione.
I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti in mattinata dalla Guardia di Finanza di Policoro e Matera, che ha effettuato perquisizioni nell’Ufficio tecnico del Comune, nelle abitazioni e negli uffici degli indagati e nelle sedi di alcune società.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Giudice delle Indagini Preliminari Roberto Scillitani su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Valeria Farina Valaori, che ha diretto le attività d’indagine.
Oltre a Lopatriello, gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per l’assessore ai lavori pubblici, Cosimo Ierone, per i dirigenti del Comune Felice Latronico e Felice Viceconte; gli avvocati Pier Maria Antonio Lista, Luigi Rotunno, di Noci e Giuseppe Leo, di Bari; l’ingegner Giovanni Francesco Lista; gli imprenditori Giovanni Colamarino, di Noci, e Livio Gennaro, di Bari; il presidente della cooperativa agricola Campoverde di Policoro, Giuseppe Benedetto, e per altri due imprenditori policoresi, Rocco La Rocca e Felice D’Amato.
Secondo la Procura, alcuni episodi di corruzione si sarebbero verificati in occasione di procedure di affidamento di lavori pubblici per l’ammodernamento, a titolo di sperimentazione, di parti dell’impianto di illuminazione pubblica nel Comune di Policoro, mediante l’istallazione di lampade a led a risparmio energetico.
Nel corso delle indagini, sarebbero emersi pagamenti di tangenti da parte di due distinte cordate di imprenditori, una facente capo all’imprenditore Colamarino di Noci ed un’altra riconducibile all’imprenditore barese Gennaro Livio, al fine di ottenere l’aggiudicazione di lavori installazione di apparati illuminanti a led.
L’accordo, mediato dai professionisti, sarebbe stato sugellato da dazioni di denaro pagate agli amministratori ed ai dipendenti del comune di Policoro.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dopo aver installato i nuovi impianti sulla base dei due appalti da 20 e 26 mila euro, importi per cui non è richiesta una gara di appalto, le imprese avrebbero ottenuto una dichiarazione di “gradibilità” dall’amministrazione comunale, necessaria per ottenere un appalto molto più consistente, del valore di circa quattro milioni di euro.
Le risultanze investigative avrebbero, infatti, evidenziato il progetto criminoso di “blindare”, attraverso l’attestazione della superiorità tecnica e qualitativa dei prodotti illuminanti, il futuro affidamento, a favore degli imprenditori accusati di corruzione, dell’appalto principale.
Per nove indagati, il giudice per le indagini preliminari Roberto Scillitani ha deciso anche la misura interdittiva del divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività professionale. Gip, che ora avrà dieci giorni di tempo per ascoltare i testimoni e decidere se confermare le misure restrittive nei confronti degli indagati.

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