A Policoro si parla di scuola e insegnanti assieme all’attore Claudio Santamaria

santamaria scuola

Grande successo sabato sera al cinema Hollywood di Policoro, dell’evento culturale promosso dall’Istituto comprensivo del centro ionico “Giovanni Paolo II” dal titolo “La storia di un grande maestro che insegna la vita- Storia di un passato che vive nel presente”, organizzato in collaborazione con il “Centro Alberto Manzi”, l’Ufficio scolastico regionale di Basilicata e il Ministero della Pubblica Istruzione

Ha coordinato i lavori il giornalista Pietro Ragone mentre sono intervenuti il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Nicola Caputo,  la professoressa Vittoria Bosna e successivamente il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella.

L’ospite più atteso della serata, l’attore Claudio Santamaria, vincitore del David di Donatello 2016, non ha deluso nessuno per la sua prestazione e per le risposte date ai ragazzi su temi importanti che la scuola di ieri e di oggi vive quotidianamente.

L’attore è stato invitato dalla scuola in quanto protagonista del film televisivo dedicato alla figura del maestro Manzi“Non è mai troppo tardi”, un film che racconta la carriera di Manzi come insegnante in un carcere minorile ed in una scuola. Un contesto che permette non solo di conoscere i suoi metodi didattici innovativi contrari ai rigidi divieti, ma che porta la consapevolezza che la scuola italiana di allora, sebbene con le dovute proporzioni, ha gli stessi problemi della scuola di oggi.

“Non è mai troppo tardi” nè per imparare l’alfabeto, come ha fatto da “MaestroTV”, ma neanche per insegnare ai ragazzi a credere in sè stessi al di là del registro e dei voti.

“Il maestro Manzi è stata una grande figura che ha appassionato i miei docenti e i miei studenti – ha commentato la dirigente dell’Istituto comprensivo policorese Maria Carmela Stigliano – ho voluto con una performance creata da loro stessi mettere in risalto attraverso i “Quadri di scuola e di vita” gli elementi fondanti dell’istruzione: l’insegnamento, la gestione di una classe, i conflitti e l’inclusività, una realtà, mai come oggi, tanto attuale per il periodo storico in cui viviamo. Credo che il Manzi sia stato un maestro soprattutto di vita, sempre pronto al rinnovamento e favorevole ad un insegnamento che dovrebbe andare oltre la pura lezione in classe. Come scuola noi ci sforziamo giornalmente di trasmettere valori che aiutino gli alunni in futuro perché sappiano lottare e guardare avanti, ma voltarsi indietro per aiutare i più deboli.”

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