Piano di monitoraggio degli alimenti prodotti in Valbasento

Valbasento

Un’indagine sulla sicurezza degli alimenti di origine animale prodotti in Valbasento. 

Il programma, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Salute, si inserisce nel quadro di un’Intesa della Conferenza Stato-Regioni. 

L’accordo nasce dalla proposta del ministero della Salute di impiegare risorse non utilizzate e accantonate nel Piano della Salute per analizzare la situazione di aree a forte criticità ambientale. 

L’intesa Stato-Regioni prevede la realizzazione di un piano di monitoraggio per la ricerca di diossine negli alimenti di origine animale in aree che presentano fattori di rischio antropico e possono determinare così una contaminazione chimica della catena alimentare, compresa la filiera ittica che rappresenta un punto di accumulo dei contaminanti ambientali.

Ai fini della ripartizione delle risorse, la proposta delle Regioni fa riferimento alle aree individuate come siti di interesse nazionale (Sin).

I fondi disponibili, che ammontano a due milioni di euro, sono stati assegnati dal Cipe alle Regioni: alla Basilicata 85 mila euro, che saranno spesi per monitorare la presenza di eventuali contaminanti nel Sin Valbasento.
Un’iniziativa simile è stata attuata dal ministero della Salute nel 2012 nell’area industriale di Tito, l’altra zona lucana individuata come Sin, dove però l’analisi dei campioni non ha riscontrato tracce di diossina.

L’indagine consentirà di compiere un approfondimento analitico sulla migrazione di sostanze contaminanti nella catena alimentare nella Valle, oltre a fornire uno strumento sulla valutazione del rischio sanitario, allo scopo di garantire un elevato livello di protezione della salute. 

Le conoscenze sui principali contaminanti, infatti, forniscono un quadro sufficientemente esaustivo sui pericoli esistenti e sulle fonti di contaminazione, ma non permettono ancora di quantificare il rischio sanitario legato al consumo di alimenti prodotti in prossimità dei siti stessi.

Per il monitoraggio saranno prelevati campioni di latte e di uova provenienti da animali allevati nel Sin o nelle immediate vicinanze. Il programma è esteso anche a campioni di pesce (merluzzo, sardine e alici) della costa jonica e di quella tirrenica.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia eseguirà le analisi. La conclusione del progetto è prevista a fine 2013.

 

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