Otto anni fa la protesta lucana contro il deposito unico delle scorie nucleari

Oltre centomila per un secco ed inarrestabile NO. 
Son trascorsi esattamente otto anni da quel lontano novembre 2003, eppure le immagini, i ricordi, gli attimi vissuti per ben quindici giorni, saranno difficili da dimenticare. 
Parliamo del famigerato decreto 314 del 13 novembre 2003, quando l’allora Governo Berlusconi, in via d’urgenza, emanò un documento che vedeva la cittadina di Scanzano Jonico come deposito unico italiano di scorie nucleari. 
Una protesta pacifica ma ferma e risoluta, durata per due settimane, un blocco pressoché totale delle strade principali della Basilicata, che di fatto isolavano tutto il Meridione d’Italia al nord, e che ha costretto il Governo centrale a fare un passo indietro, ritirando quel decreto. 
Da allora, ogni anno, l’associazione “Scanziamo le Scorie”, nata proprio in quei giorni di battaglia, organizza incontri e dibattiti sul futuro del nucleare. 
Ma quest’anno un vero e proprio “incidente diplomatico” si è creato intorno alle responsabilità, vere o presunte, sulla Politica locale che “sapeva”. 
Sin da allora, gran parte delle responsabilità sulla scelta di Scanzano erano state addossate all’allora sindaco della cittadina jonica, Mario Altieri. 
Altri politici locali, era stato sussurrato, sapevano. 
Ma ad innescare nuove polemiche su quanto accaduto esattamente otto anni fa, il verbale del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2003, pubblicato nei giorni scorsi, quello in cui il Governo decise di allocare a Scanzano Jonico il sito unico. Nel corso del dibattito che si è tenuto a Scanzano Jonico, alla presenza del senatore Filippo Bubbico, all’epoca dei fatti presidente della Giunta Regionale di Basilicata e eretto a “Generale” della lotta lucana, il segretario provinciale di Rifondazione, il policorese Ottavio Frammartino, sventolando copia del verbale alla presenza di Bubbico, voleva chiedere all’attuale presidente lucano, come atto simbolico, di convocare un’assise regionale ad hoc per chiedere “scusa” al popolo lucano, perché la classe politica lucana di allora, sapeva, dal Presidente della Regione Basilicata al Sindaco di Scanzano. 
Questa è la verità emersa dal verbale del Consiglio dei Ministri del novembre 2003, dove a dichiarare l’accordo preso con il territorio (e dunque Presidente della Regione, Presidente della Provincia e Sindaco) erano stati i Ministri di allora, Giovanardi e Matteoli, ed il Sottosegretario Gianni Letta. 
Piccata la reazione del senatore Bubbico, che, dopo una serie di botta e risposta, ha annunciato querela al blogger lucano. 
A distanza di quasi un decennio, dunque, non accennano a diminuire le polemiche per una vicenda che tanto ha fatto male al popolo lucano e di cui tanto si sentirà parlare ancora.

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1 commento

  1. nella storia della Basilicata, Bubbico sarà ricordato e rimpianto come il miglior presidente della regione nei primi 40 anni di amministrazione regionale. Chi c’era lo sa cosa fece Bubbico contro il deposito. E chi sa non dimentica.

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