Nucleare: sì della Consulta al parere delle regioni

 
Per realizzare un impianto che ospiti una centrale nucleare serve il parere, obbligatorio ma non vincolante, della regione di riferimento.
Lo ha deciso la Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 sulla base di una richiesta di pronunciamento avanzata dalle regioni da Toscana, Emilia Romagna e Puglia.
Sulla decisione della Consulta è intervenuto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo.
La decisione della Corte Costituzionale – ha detto il governatore lucano – va accolta con favore, perché consentirà alle comunità locali di avere voce in un procedimento amministrativo dal quale erano state totalmente escluse da un decreto governativo.

Si ripristina, sia pure parzialmente, lo Stato di diritto in una materia così delicata, qual è quella legata alle politiche nucleari, che ha sempre visto la Basilicata schierata sul fronte del “no”, sulla base di una scelta chiara, inequivocabile in favore dell’utilizzo dell’energia riveniente da fonti rinnovabili.
Bene ha fatto quindi la Consulta a decretare, con la sua parziale bocciatura dell’articolo 4 del decreto attuativo della legge delega in materia nucleare, che la Regione dove si intende costruire un nuovo impianto o un sito di stoccaggio delle scorie nucleari (come a suo tempo si sarebbe voluto fare a Scanzano Jonico) deve essere “adeguatamente coinvolta”.
 In presenza di questo “coinvolgimento” – ha concluso De Filippo – le Regioni avranno un’arma in più a disposizione per fare emergere le contraddizioni di un governo che, a parole si dice “federalista”, salvo poi immaginare di procedere a colpi di decreti su decisioni che coinvolgono da vicino il futuro delle comunità interessate”.

Ultime

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*